ROMA – Scontro totale (e finale?). Il documento politico dell’ufficio di presidenza del Pdl suona come l’ultima chiamata, in un senso o nell’altro, nel rapporto tra il presidente del Consiglio Berlusconi e la Procura di Milano che sta indagando sulle ipotesi di reato di concussione e prostituzione minorile. L’agenzia AdnKronos ha appena diffuso il comunicato, letto dal portavoce Daniele Capezzone: “A Milano si sta consumando un caso gravissimo di uso politico della giustizia in un Paese come l’Italia che pure negli ultimi 17 anni aveva conosciuto numerosi tentativi della magistratura militante di sovvertire il verdetto democratico”

Nel documento, riferisce l’AdnKronos, si parla di “dispiegamento di mezzi senza precedenti” da parte della Procura di Milano che ha sottoposto “ad illegittimo controllo l’abitazione del capo del governo”, metodi che “evidenziano quale pericoloso conflitto ormai vi sia tra l’autorità giudiziaria e la sovranità popolare”.

Per il partito di maggioranza, sarebbero venuti meno i contrappesi nei rapporti tra i poteri dello Stato e “l’applicazione arbitraria di principi astratti come l’obbligatorietà dell’azione penale e l’affermarsi della ‘giurisprudenza creativa’ rispetto alla stessa legge hanno infatti dilatato a dismisura la sacrosanta autonomia della magistratura trasformando di fatto l’ordine giudiziario da ordine autonomo in potere irresponsabile” e privato i cittadini e la stessa democrazia di tutele rispetto “a possibili azioni spregiudicate dal carattere eversivo”.

La decisione della Procura di Milano di procedere alla richiesta di giudizio immediato contro Berlusconi, “nonostante la restituzione degli atti da parte della Camera denota – si legge in uno dei passaggi contenuti nel documento – disprezzo per il Parlamento e per le istituzioni democratiche, e disattende gravemente il principio di leale collaborazione tra i poteri dello Stato”.

Per il Pdl “la Procura di Milano appare ormai come una sorta di avanguardia politica rivoluzionaria, in spregio al popolo sovrano e ai tanti magistrati che ogni giorno servono lo Stato senza clamori e spesso con grandi sacrifici. Essa agisce come un vero e proprio partito politico, calibrando la tempistica delle sue iniziative in base al potenziale mediatico”, e si cita in particolare il caso della richiesta di giudizio immediato reso noto in concomitanza con l’annunciato consiglio dei Ministri sul rilancio dell’economia.

La tempistica calibrata, sempre secondo il Pdl, si registrerebbe anche in relazione alla potenziale “dirompenza istituzionale” delle iniziative giudiziarie, come nel caso dell’invito a comparire notificato all’indomani di una sentenza della Corte Costituzionale che avrebbe potuto contribuire al ripristino di un equilibrio tra poteri dello Stato: “Il bombardamento mediatico compiuto attraverso la diffusione illegale, arbitraria e rateizzata di atti unilaterali e privi di qualsiasi rilevanza penale – si legge nel documento – mette a repentaglio il diritto dei cittadini alla riservatezza, che nessuna facoltà di indagine e nessun diritto di cronaca, pur sacrosanti, potrà mai comprimere del tutto fino ad annullarlo”.

“A tal proposito – continua il documento – dispiace rilevare la assoluta inadeguatezza delle prese di posizione del garante per la privacy rispetto al diritto costituzionalmente protetto che tale autorità è chiamata a tutelare”. L’ufficio di presidenza del Popolo della libertà esprime ”pieno sostegno al presidente Berlusconi, vittima da 17 anni di una persecuzione che non ha precedenti nella storia dell’Occidente” e stabilisce di ”avviare tutte le iniziative politiche necessarie per difendere il diritto di tutti i cittadini ad una giustizia giusta e di intraprendere tutte le opportune inziative parlamentari per scongiurare un nuovo 1994 o, ancor peggio, che a determinare le sorti dell’Italia sia una sentenza giudiziaria e non il libero dei cittadini“.


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