ASCOLI PICENO – Si direbbe non sia inverno in cui alcuni negozi, soprattutto grandi catene, che  hanno le porte aperte.

Non fanno eccezione  alcuni locali del nostro territorio.

Moderne teorie di marketing  sostengono che in questo modo  i clienti siano maggiormente invitati ad entrare ma le rigide temperature esterne comportano inevitabilmente la necessità, sia per le commesse che vi lavorano sia per la clientela che è costretta a spogliarsi per provare capi di abbigliamento o intimo, di tenere il riscaldamento all’interno dell’esercizio ad elevate temperature.

Ciò comporta un notevole aumento del consumo di energia relativo al riscaldamento degli stessi esercizi, un surplus di energia cui consegue un surplus di inquinamento assolutamente inutile, come denunciato dal’’associazione ambientalista Legambiente che, nell’ambito del progetto Vivi con stile, ha lanciato con alcuni commercianti  una campagna antismog basata su uno studio condotto dalla Cambridge University sui negozi inglesi secondo cui le porte chiuse ridurrebbero il consumo energetico fino al 50%.

C’è da chiedersi se davvero il potenziale consumatore sia invogliato all’acquisto da porte spalancate o piuttosto dal rapporto qualità-prezzo del prodotto offerto; c’è da chiedersi se il commerciante a conti fatti non risparmi abbassando la temperatura del riscaldamento interno in maniera notevole e c’è da chiedersi, infine, se tutto ciò non vada a violare i limiti massimi di temperatura interna consentiti dalla legge finalizzata al contenimento dei consumi di energia.


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