ASCOLI PICENO – Dopo il successo ottenuto nei mesi scorsi, riparte il prossimo martedì 22 febbraio, il corso di pizzica e tammuriata organizzato dalla Compagnia dei Folli e dall’Associazione Dao la Via delle Discipline Orientali con la collaborazione dell’insegnante Tiziana Zampini . Il corso si svolgerà ogni martedì con inizio ore 21 presso il PalaFolli di Ascoli Piceno, per un totale di 10 lezioni. La prima lezione sarà un’introduzione al corso e un approccio ai primi passi di pizzica per decidere sulla partecipazione all’intero ciclo.

La pizzica è una danza popolare oggi attribuita  al Salento, ma nota anche nelle zone centro meridionali della Puglia e in Basilicata, e fa parte della grande famiglia delle tarantelle. E’ una danza terapeutica individuale o collettiva, che nasce dall’antichissimo rito di guarigione dei “tarantolati” e dal loro pellegrinaggio il 29 giugno presso la cappella di San Paolo a Galatina.

Durante tale viaggio il ragno (tarantola) che si nasconde nelle fratture della terra e tra le pietre a secco di muretti e pajare tipiche del luogo,  è in grado di pizzicare, e secondo la credenza popolare dal suo morso  si guariva solo grazie all’ausilio di tale  musica. Il rito terapeutico si svolgeva per lo più nelle proprie case dove con l’aiuto della musica, i tarantolati, ipnotizzati dal ritmo musicale, entravano in uno stato di incoscienza e ballavano per ore ed ore fino a cadere stremati a terra e portando alla morte la tarantola.

Gli strumenti tipici di tale musica sono  il tamburello ed il violino e solitamente viene eseguita con un ritmo in genere più accelerato rispetto a quella classica suonata per il ballo. Si balla in coppia, anche dello stesso sesso. La tradizione storica infatti vuole che il ballo si svolgesse soprattutto in occasioni private e familiari, le stesse in cui era molto probabile che a danzare si trovassero parenti anche molto stretti, o individui tra i quali intercorreva una grande differenza d’età.  Caratteristico oggetto della pizzica  è il “fazzoletto”, accessorio immancabile nell’abbigliamento di un tempo, che veniva usato nel momento del ballo per invitare, sventolandolo, il partner prescelto.


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