ASCOLI PICENO – Questa mattina una delegazione dell’Italia dei Valori costituita da Andrea Cardilli (vicesindaco di Colli del Tronto e consigliere provinciale), Dante Merlonghi (membro del consiglio del Consind), Vincenzo Pietracci (capogruppo al consiglio comunale di Ascoli) e Maurizio Mancini (membro del coordinamento provinciale) ha incontrato i dipendenti del consorzio per cercare di capire meglio la situazione sia dell’ente che dei suoi lavoratori.

L’incontro è servito per chiarire una serie di aspetti relativi alla pessima gestione degli scorsi anni che ha portato il Piceno Consind al collasso finanziario con conseguenti ripercussioni, addirittura, sulla capacità di far fronte al pagamento degli stipendi dei dipendenti, già dal prossimo mese.

A fronte di questa drammatica situazione l’Idv sottolinea l’urgenza di convocare il consiglio di amministrazione dell’ente. Consiglio che però a tutt’oggi non si può riunire perché manca il numero legale, mancano cioè alcuni membri che dovrebbero essere nominati dalla giunta del comune di Ascoli. L’Idv denuncia sia un ritardo nelle nomine da parte dell’Arengo, con conseguente blocco del funzionamento del Consind, sia una serie di inadempienze del commissario dell’ente, il presidente della provincia, Piero Celani. L’inerzia del commissario, a detta dell’Idv,  avrebbe favorito il comportamento scorretto di alcune aziende che, approfittando della situazione di caos, non avrebbero versato le quote consortili dovute. L’ammanco ammonterebbe a circa sette/otto milioni di euro.

L’Idv auspica che il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, venga in soccorso del consorzio conferendo nelle sue dissestate casse gli oneri di urbanizzazione incamerati dal comune, anche a fronte di opere mai realizzate. Si denuncia poi il tentativo del commissario Celani di “accaparrarsi” tutta l’urbanistica del Consind senza curarsi della sua gestione e senza preoccuparsi della sorte dei dipendenti. Il grido d’allarme lanciato dall’Idv si fa tanto più accorato se si pensa alla possibilità che i milioni di debiti presenti nel bilancio consortile vengano in qualche modo “scaricati” sui cittadini piceni, già duramente provati dalla crisi economica e dal taglio dei trasferimenti statali.


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