ASCOLI PICENO – Uno striscione con poche ma significative parole: ‘Lotta e vinci’. Tanti cori, di incitamento verso mister e giocatori. Ma anche soliti e inevitabili insulti verso chi si è reso protagonista di questa sciagura. I supporters bianconeri, circa centocinquanta, hanno fatto sentire la loro voce e la loro vicinanza alla squadra questo pomeriggio allo stadio ‘Del Duca’, sede straordinaria dell’allenamento odierno di Di Donato e compagni (Foto in Gallery).

Solo ieri il sindaco Castelli rimarcava l’invito ad essere vicini ai ragazzi nel match casalingo di sabato contro il Portogruaro, primo tra gli scontri diretti, ora più che mai, veramente decisivi, in cui la parola d’ordine, manco a dirlo, è vincere, senza se e senza ma.

La vittoria, quella auspicata a gran voce dalle centocinquanta ugole che, per qualche ora, hanno accompagnato la seduta: cori per tutti, da Romeo a Lupoli, passando per Micolucci e Gigi Giorgi. Ma il più acclamato, senza dubbi, è colui che sta traghettando la nave verso la riva, sempre più lontana, sempre più nella tempesta: mister Castori, che, all’invito dei tifosi di “venire sotto il settore” ha risposto, senza esitare un secondo, di aspettare dieci minuti, giusto il tempo di provare i tiri in porta, classici di ogni fine allenamento. E così, una volta giunti davanti alle transenne, ecco un tifoso che si avvicina al tecnico, gli stringe la testa e gli bacia la fronte, quasi a benedirlo per il resto della stagione, e ringraziarlo per l’attaccamento che continua a dimostrare. Attimi caldi, attimi propri di chi sa stare sull’orlo di un precipizio ma che le proverà tutte per non cadere.

Poi, ecco le urla e le offese, rabbiose e impazienti. Tutte allo stesso indirizzo: Roberto Benigni. Infine le parole, sussurrate, ripetute. Frasi già ascoltate più volte e lette sui giornali in queste settimane; voci e opinioni, possibilità, speranze riguardo un futuro tutto da scrivere. Come quelle di Davide di Caselle: “Non credo che falliremo, solo perché non me lo riesco ad immaginare. Ma è anche vero che non mi immaginavo neppure l’ultima penalizzazione. Spero che ci ridiano qualche punto, sul campo meritiamo molto di più”. Giorgio di Folignano, invece, pensa che “l’ulteriore punto complica il cammino, non solo verso la salvezza, ma anche per la vendita: gli acquirenti sono, in questo modo, meno interessati a rilevare la società. L’unica medicina è la vittoria”. Riguardo le cordate è chiaro: “Non penso sia giusto sostenere da subito i nomi di coloro che promettono di salvare l’Ascoli. Mi attengo ai fatti. Certo è che Benigni deve chiarire i debiti. Come tifosi non lasceremo oltre cento anni di storia in balia degli eventi, ma li difenderemo sul campo e fuori, se necessario”.

“Non so cosa pensare”, ammette a malincuore Cristiano, di Maltignano. “E’ una situazione critica, dove le chiacchiere sono state troppe, e i fatti pochissimi. Spero che domani si sblocchi qualcosa, soprattutto spero che l’Ascoli passi nelle mani di persone davvero interessate al bene della società”. Se per il nuovo inquilino di corso Vittorio Emanuele le incertezze sono tante, per le lotte sul campo, al contrario c’è cauto ottimismo: “Fino ad ora ce la siamo giocata con tutte. Ogni avversaria, tranne le prime della classe, sono alla nostra portata”.

Parole calde. A voler dire: la speranza è l’ultima a morire. Mentre della pazienza, nell’aria, si sono perse le tracce già da tempo.


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