ASCOLI PICENO – Roberto Benigni, pochi giorni dopo l’intervista rilasciata a Picenotime.it e riportata anche in questo giornale (leggi), torna ad esprimersi sulla vendita della società, argomento molto delicato e controverso. E lo fa in maniera insolita e originale:  raccontando, cioè, sulle pagine del sito internet della società una storiella, con tanto di “morale” finale, nella quale si usa la metafora di una villa in vendita per “chiarire” alcuni aspetti della vicenda.

Già, chiarire, perchè Benigni sottolinea che il motivo che lo ha spinto a scrivere questa storia è la sensazione che in troppi chiedono “chiarezza” o perchè non vogliono comprendere bene la situazione o perchè spinti da altre motivazioni: “Una parola che molti hanno usato, -afferma Benigni all’inizio del comunicato – una parola dietro la quale molti si sono nascosti o in nome della quale molti hanno tentato di acquisire o rinsaldare una visibilità. Chiarezza vuol dire comprensibilità e allora nessuno se ne avrà a male se si utilizza un esempio per CHIARIRE alcuni aspetti della querelle societaria”.

E qui inizia il racconto, nel quale il presidente cerca di spiegare lo stato attuale della situazione e non risparmia accuse e frecciate indirizzate a più destinatari.

“Tizio è il proprietario di una villa d’epoca,  storica, conosciuta in tutta Italia e non solo, uno dei gioielli della Città, centralissima, ben arredata, dotata di ogni comfort, con alcuni ornamenti preziosi all’interno che hanno un certo valore in sé e che, in ottica futura, potrebbero acquistare ulteriore valore. Tizio però paga anche un mutuo su questo immobile che ha acquistato 16 anni fa in condizioni disastrose e nel quale ha rimesso grosse cifre per riportarlo agli antichi splendori. Ed è anche per questo che decide di vendere la villa, tanto che mette un annuncio sul giornale, in cui dichiara la propria ferma volontà a vendere e precisa: “No perditempo“. Più persone dichiarano pubblicamente di tenere da una vita a quella villa, persone che nei giorni di festa si presentano al di fuori del cancello principale per ammirarla, ma quando arriva il momento cruciale…svaniscono nel nulla.
Un giorno si fa avanti un gruppo di acquirenti intenzionati ad acquisire la prestigiosa villa e che annunciano di volerla ristrutturare, investendo in futuro 6 milioni di euro purché però Tizio, il quale fra l’altro non intascherà NULLA dalla vendita dato che è disposto a dare via la villa a prezzo zero, paghi immediatamente il mutuo o continui a pagarlo nel tempo. Tizio resta alquanto interdetto dalla bizzarra richiesta e dice fra sé e sé: “Io voglio cedere la villa, per mantenerla c’è bisogno di troppo lavoro, e troppo tempo ancora da dedicarle; non pretendo di guadagnarci, no, ma chiedo soltanto che gli acquirenti si accollino il mutuo che pago da molti anni e che non ci sono più le condizioni per continuare a pagare. D’altra parte, come pretendere che io continui a pagare il mutuo di una villa nella quale abitano altri?” E ancora : “Se il mutuo devo continuare a pagarlo io allora la villa me la tengo”. Fatte queste valutazioni Tizio chiede per iscritto al gruppo di acquirenti di presentare un’offerta, anch’essa scritta, da poter prendere in considerazione (e non una dichiarazione di intenti futuri del tipo “investiremo x milioni nel rifacimento degli infissi di porte e finestre piuttosto che in quello della fontana del parco esterno alla villa).
Tizio qualche giorno dopo riceve una lettera da parte del gruppo di acquirenti, che dichiarano di volersi ritirare dalla trattativa in attesa di una risposta. …ma quale risposta? Mutatis mutandis…la villa è l’Ascoli Calcio, gli ornamenti preziosi sono i calciatori e molto altro, il Tizio è Roberto Benigni”.

La lettera continua parlando di morale della favola: “Molti l’avranno trovata da sé – non si dica che non si è stati chiari – ma per non lasciare nulla di scontato si ribadisce che NESSUNO ha MAI offerto alcuna cifra al Presidente Roberto Benigni per rilevare la società (e lo comprovano i documenti scritti), né è vero, come riportato da molti giornali, che qualcuno abbia offerto di “accollarsi” una parte dei debiti. “Accollarsi”, infatti, significa “prendere su di sé”. Ma in una società di capitali, come è l’Ascoli Calcio, ci si “addossano” dei debiti solo quando gli stessi vengono garantiti da fideiussioni personali. E nessuno si è mai offerto di fare questo, così come invece, e lo si ricordi agli immemori e agli ingrati, il Presidente Benigni fece 16 anni fa pur di non far fallire l’Ascoli Calcio”.

“E quegli stessi ingrati, -si legge ancora nel comunicato – che sproloquiano e farneticano senza avere la benché minima idea di cosa dicono, pensino quanto grande è stata la passione e la disponibilità di uno solo, se tanti messi insieme non sono disposti a fare ciò che egli da solo ha fatto non per uno, ma per ben 16 anni. Benigni insomma ribadisce quanto rilasciato in precedenza a Picenotime, e cioè che chi vuole rilevare l’Ascoli Calcio deve anche pagare le passività, e soprattutto che nessuno ha fatto mai proposte ufficiali, mettendo cioè nero su bianco”.

Intanto ieri il sindaco di Ascoli Guido Castelli, intervenuto nella trasmissione di Radio Ascoli Terzo Tempo condotta da Angelo Camaiani, ha ribadito che non c’è stato niente di nuovo in quello che aveva dichiarato il presidente Benigni sui giornali o alle telecamere, e che il punto è che ci sono dei soggetti seri, solvibili, che stanno valutando se esistono le condizioni per poter provare a rilevare l’Ascoli. Ma se si fa tutto questo rumore si rischia che queste persone si stanchino. Queste persone hanno una credibilità economica internazionale, e avranno dietro i loro esperti, avvocati, commercialisti. Quindi non credo che facciano proposte o dicano cose campate in aria. Poi, il resto, quello che dice Benigni in Piazza, ha poca importanza”.

E il sindaco non è stato risparmiato da Benigni, il quale facendo riferimenti alla sua azione di intermediazione nella trattativa e presso il presidente di Lega Abodi ha affermato: “Le figure istituzionali che si sentono coinvolte dalla vicenda Ascoli Calcio e che decidono di “metterci la faccia” sono ben gradite se l’intento unico è quello di semplificare alcuni passaggi di una trattativa, ma se lo scopo è quello di creare confusione, sobillare le persone, sollevare inutili polveroni, creare allarmismi con telefonate ad alte cariche sportive, allora non stanno certo aiutando l’Ascoli Calcio, ma anzi, lo stanno mettendo in situazione ulteriore di difficoltà. Il garante di una trattativa è super partes e non fa dichiarazioni a sproposito senza aver sentito una parte e la controparte“.
“E quando si desidera sostenere qualcuno, – conclude nella sua lettera Benigni – non serve fare continui proclami agli organi di stampa perché il bene vero si dimostra non con le chiacchiere ma con i FATTI, ad esempio liquidando finalmente somme pretestuosamente contestate.Tutto questo per chi chiedeva la famosa CHIAREZZA.”


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