ASCOLI PICENO – Non è escluso che ad uccidere la povera “Melania” Rea con 35 coltellate, siano state più persone. Forse anche una donna visto che alcuni tagli sembrano piuttosto  superficiali e quindi procurati con meno forza. Alcuni colpi potrebbero essere stati inflitti anche dopo il decesso, dimostrando un accanimento che potrebbe così avvalorare la tesi del delitto passionale e di impeto e quindi non premeditato, come sostenuto dal medico legale dopo l’autopsia.

Ma ci sarebbe un altro elemento utile alle indagini. Sul corpo della donna, sarebbe stato fin da subito trovato anche il suo telefonino. Fin qui nulla di strano, se non il fatto che forse un più attento e lucido assassino lo avrebbe fatto sparire. Ma tra gli indumenti della donna sarebbe stata trovata un’altra sim, che  analizzandola e cercando di ricostruire i tabulati telefonici potrebbe fornire molti indizi interessanti. Per quello che riguarda le telefonate arrivate al numero attivo della donna, il marito ha provato a chiamare il giorno della scomparsa per diverse ore, fino a circa le 19. Anche i genitori della donna avrebbero provato a chiamarla dalla Campania, senza ottenere alcuna risposta nonostante il telefono ancora squillasse. Dopo le diciannove risultava invece spento. Le celle della zona hanno agganciato il telefono della donna per tutto il tempo, segno che in quel lasso temporale non si è allontanata di troppo dal monte. Melania era già da alcune ore con il suo assassino (o con i suoi assassini). Sarebbe stata prelevata proprio in fondo alla strada che ha iniziato a percorrere per raggiungere un bar. Lì, davanti al monumento ai caduti, potrebbe essere stata fatta salire in una macchina e portata via, anche perchè i cani “molecolari” appositamente fatti giungere da Jesi, si sono bloccati proprio sul ciglio della strada.


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