ASCOLI PICENO – La festa era nell’aria, ma la scaramanzia imponeva di non pensarci troppo nei giorni che hanno preceduto Ascoli-Triestina. Poi, il triplice fischio di Baracani ha sprigionato tra il campo e gli spalti un’infinita liberazione per il lieto fine di una stagione-calvario. E così, dopo il saluto dei giocatori sul prato verde del Del Duca, i festeggiamenti sono traslocati nei due salotti del centro storico. Con un dubbio che accompagnava la carovana dei tifosi: ma il mister e la squadra ci saranno? Ma proprio mentre i preparativi cominciavano, ci pensava capitan Di Donato a chiarire l’enigma alla fine della sua conferenza stampa. “Certo che veniamo. Questa è la festa di tutti, l’Ascoli è di tutti. E’ giusto che ci presentiamo per festeggiare insieme“. Insieme. Insieme si vince e si perde, ripeteva durante l’anno Castori, insieme al pubblico, definito dal capitano”intelligente, che non ha mai alzato la voce, sempre dodicesimo in campo”, si è arrivati alla salvezza. E insieme, a sorpresa, la squadra si è presentata a parlare in sala stampa.

In piazza, all’arrivo dei giocatori e dello staff tecnico c’era tantissima gente, oltre al palco allestito per l’occasione, dove sono saliti tutti, e dove Mendicino e Ciofani si sono divertiti come matti a scherzare e ridere di tutti. C’era il maxischermo, dove sono stati proiettati i video con i gol della stagione e con i filmati d’annata dell’amato Presidentissimo. Ma ieri il più amato, il più cercato, il più abbracciato è stato lui: Fabrizio Castori da San Severino Marche. Dal momento in cui è sceso dal palco, i tifosi, in fila, se lo contendevano manco fosse Brad Pitt o Angelina Jolie. E se da una parte il suo vice Bocchini cercava invano di riprenderlo al tavolo di un bar di piazza Arringo, lui, per l’altra manica della giacca, veniva ‘sequestrato’ dai tifosi. Ragazzi, donne, bambini. Tutti pazzi per il tecnico della salvezza, che, nel ‘suo’ campionato, in realtà è arrivato quarto. E così, mentre Gigi Giorgi continua a sventolare in solitudine il bandierone, arrivano anche la campanara Palma e il sindaco Castelli, che brindano con Castori e i suoi, accerchiati da tanta gente, tra cui anche alcuni tifosi giunti da San Severino.

Poi la tappa successiva prevede che lo staff tecnico si sposti anche nei locali di Piazza del Popolo. A dir la verità un viaggio lungo, ‘sofferto’, perché il mister, tra una telefonata, una foto e una stretta di mano, ci impiega non poco tempo. Quindi, ancora brindisi, mentre alcuni ultrà della curva inneggiano il suo nome, come è successo solo a pochissimi altri. Già, perché quello che è accaduto quest’anno in pochi se lo immaginavano, ma in molti se lo ricorderanno. Insieme a lui, Fabrizio Castori da San Severino Marche, l’eroe, il condottiero di questo gruppo, fatto di giovani calciatori, ma anche e soprattutto di uomini con addosso una maglia tanto onorata, quanto sudata. Proprio come piace ai tifosi. Ora si volta pagina. Il futuro dell’Ascoli, ieri, ha messo le fondamenta.


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