ASCOLI PICENO – Sono arrivati questa mattina a Folignano i familiari di Melania Rea, la ragazza di 29 anni ritrovata uccisa con trenta coltellate il 20 aprile scorso al bosco delle Casermette di Ripe di Civitella in provincia di Teramo. I genitori e il fratello Michele si intratterranno due giorni per riprendere tutti gli effetti personali della vittima che, insieme al marito Salvatore Parolisi, era in affitto nell’abitazione fino al 30 giugno. Poi faranno visita al bosco dove il corpo della povera donna è stato ritrovato, per depositare un fiore.

Michele Rea, apparso molto provato da quanto accaduto e da come si stanno evolvendo le cose, in giornata ha anche incontrato l’avvocato ascolano Mauro Gionni, che nell’indagine per l’assassinio della sorella rappresenta la famiglia come parte offesa.

Gionni questa mattina ha depositato la memoria difensiva con la quale  si oppone alla richiesta di incidente probatorio avanzata dai difensori del marito di Melania, indagato a piede libero per omicidio volontario aggravato. Con tale tale tattica i due legali Gentile e Biscotti  vogliono “accertare davanti a un giudice terzo, luogo, ora e dinamica dell’omicidio di Melania”. Dimostrando – così hanno spiegato – che Parolisi ”non teme la verità, al contrario la cerca”’. E con la formula dell’atto irripetibile in contraddittorio, che avrebbe valore di prova in un processo.

Difficile che il Gip accolga la richiesta, visto che anche la Procura, come era immaginabile,  si è già opposta argomentando, tramite il Pm Monti, che stanno per concludersi le indagini scientifiche che sono state disposte disposte e che rappresentano tutte, compresa l’autopsia, atti irripetibili.

E lo stesso avvocato Gionni, nella propria opposizione alla richiesta della difesa, ha ribadito che “la procura ha già disposto tutti gli accertamenti richiesti e l’anatomopatologo sta concludendo la relazione sull’autopsia”. In teoria, secondo l’avvocato ascolano, una nuova perizia sul medesimo oggetto potrebbe essere utile “non allo stato attuale delle indagini”, ma solo di fronte “ad un’improbabile e non auspicabile inadeguatezza delle valutazioni del professor  Tagliabracci, sulla cui attività questa difesa ripone indubbia fiducia”. Oppure se dovesse emergere un contrasto tra le conclusioni del medico e quelle “raggiunte dai consulenti tecnici delle altre parti”, gli stessi Rea o Parolisi (Ansa).

Intanto oggi la Procura  di Ascoli ha anche chiesto il sequestro della vettura di Parolisi, dove l’uomo si sarebbe intrattenuto con l’amante, la soldatessa Ludovica. Nell’auto furono rinvenute tracce di sangue, che proprio la soldatessa avrebbe perso durante un atto consumato nei giorni di ciclo mestruale. L’ ispezione della Renault Scenic era già avvenuta in precedenza, ma ora si tratterà di atto irripetibile che potrà essere presentato in sede di processo.


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.