ASCOLI PICENO – La sera del 2 agosto è andato in scena lo spettacolo di prosa “Dall’Inferno all’Infinito”. A dominare gli antichi scavi del teatro Romano c’era solo lei: Monica Guerritore, istrionica e coinvolgente.
Ha creato e recitato uno spettacolo strano, introspettivo, a tratti molto empatico ma purtroppo talmente breve da sembrare tronco e incompleto.
L’artista ha scelto brani meravigliosi di poesia e di prosa, da Dante a Leopardi, che hanno trascinato lo spettatore nel mondo infinito delle emozioni umane. Il viaggio alla scoperta dell’io più profondo e nascosto in ciascuno di noi era un esperimento interessante, in parte riuscito.
Superba la recitazione dei versi danteschi di una Francesca innamorata, così come la raccapricciante rappresentazione dell’aberrante conte Ugolino.
Ma proprio quando il pubblico si era fatto ammaliare dalla meravigliosa voce e dalla perfetta gestualità della Guerritore, il perfetto idillio si spezzava e le luci si riaccendevano su uno spettatore un po’ sbigottito dalla brevità dell’incantesimo: 45 minuti di rappresentazione!
Altra nota dolente, l’impossibilità per chi scrive di poter accompagnare questo articolo con delle foto, per non contravvenire alla volontà dell’artista che ha espressamente vietato di usare macchine fotografiche, perché disturbata dai “click”.
“La vita non va fotografata ma va ricordata”, queste le parole di una Guerritore piuttosto seccata dai fotografi locali che la stavano ritraendo. Sarà pure vero, ma per chi non è potuto andare allo spettacolo sarebbe stato bello almeno poter vedere qualche scatto di consolazione, che forse nulla avrebbe tolto alla magistrale recitazione dell’attrice ma sicuramente avrebbe aggiunto un po’ di “pietas” alla donna Monica.
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Lo spettacolo è iniziato alle 21.35 per finire alle 22.30. Diciamo 55 minuti. Ma vabbè, sono dettagli. Però perchè toglierne una decina?!
Un tempo comunque sicuramente inferiore rispetto ai normali spettacoli di prosa che durano un’oretta e mezza. Però c’è anche da dire che non era uno spettacolo con 3-4 attori. Era un reading, un monologo. C’era solo lei che ha letto per quasi un’ora un bel pò di testi. Quindi è anche complicato andare oltre l’ora in questi casi.
Riguardo le foto AVEVA PERFETTAMENTE RAGIONE. Quello che scrive lei è un pò inesatto perchè il tempo per fare le foto c’è stato eccome. Durante i primissimi minuti della rappresentazione i fotografi delle testate hanno scattato le loro foto. Poi siccome qualcuno continuava (anche tra il pubblico) lei è sbottata. E non solo una volta. E AVEVA RAGIONE! Anche perchè dove era il senso di continuare a fare foto? Era cambiato qualcosa, era cambiata la scenografia, erano cambiati gli attori? NO! A livello visivo è stato quasi tutto uguale dall’inizio alla fine.
Poi ce la vogliamo dire tutta? I fotografi ufficiali delle testate non hanno bisogno del flash, anche se è notte. Infatti alcuni hanno continuato a fare le foto, da dietro l’ultima fila, anche nella seconda parte dello spettacolo. Si può fare a meno del flash, glielo dico per esperienza. Basta impostare la reflex in modo adeguato…