ASCOLI PICENO – Durante il processo che vede accusati per ricettazione i titolari di una gioelleria del centro, sono stati ascoltate ieri mattina davanti al giugice Paola Mariani le testimoniatnze  di alcuni giovani ascolani coinvolti nella vicenda. Uno di essi ha rivelato di aver rubato alcuni gioelli in casa, appartenenti a parenti, e di averli dati a Carlo Maria Santini il quale avrebbe provveduto a venderli alla gioelleria. I soldi ricavati servivano per comprare anche droga.

Il processo nasce a margine dell’operazione “messenger” portata avanti due anni fa dalla Polizia di Ascoli che permise di scoprire un giro di festini a base di alcol, sesso e droga tra gli adolescenti e in seguito alla quale furono segnalati diversi di loro tra cui lo stesso Santini. I ragazzi si contattavano sui vari social network, poi spesso iniziavano conoscenze dirette e in alcuni casi si incontravano per procurarsi droga attraverso la vendita di monili di famiglia alla gioielleria in questione.

Sulla base della testimonanza del giovane, allora minorenne come gran parte dei ragazzi coinvolti nella vicenda, il legale difensore dei titolari del negozio ha chiesto che venisse valutata la posizione dello stesso Santini il quale essendo a conoscenza, secondo l’avvocato, del fatto che i gioellli non erano di proprietà del giovane ma dei familiari ai quali erano stati sottratti di nascosto, potrebbe essere anch’esso accusato di ricettazione.


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