ASCOLI PICENO – E’ stata emessa nel tardo pomeriggio di oggi la sentenza nei confronti di Claudio Amatucci Raffaellucci , un uomo di 63 anni di Porto D’Ascoli accusato di abusi sessuali nei confronti di due ragazzini minorenni e del tentativo verso un terzo. Il Gup del Tribunale di Ascoli Rita De Angelis, in seguito alla richiesta di 15 anni formulata dal Pm Umberto Monti, lo ha condannato alla pena di nove anni di reclusione (l’uomo è detenuto da un anno nel carcere di Pesaro) dopo il riconoscimento di alcune attenuanti generiche e la riduzione di un terzo prevista dal rito abbreviato.

L’arresto scattò nel settembre del 2010 in seguito alla denuncia di un ragazzino di 13  anni alla quale seguì alcune settimane dopo quella di un adolescente di sedici (leggi articolo dell’ 11 novembre 2010) .

L’uomo, di professione operaio, nel tempo libero si spacciava per mago. Riusciva così ad adescare più facilmente le proprie vittime, facendo credere loro che sarebbe riuscito a scacciare forze occulte e spingendole così a compiere atti sessuali. In questo modo riusciva probabilmente anche ad ottenere la fiducia dei familiari, i quali lasciavano i ragazzini frequentare la sua abitazione, ovviamente del tutto inconsapevoli di quanto avvenisse realmente. Una brutta storia che sfrutta le debolezze, le paure, le preoccupazioni e le superstizioni di gente disposta a credere a chiunque e a qualsiasi cosa pur di aiutare un proprio figlio.

Le accuse sono state supportate da una ampia serie di intercettazioni telefoniche e di testimonianze che chiariscono le dinamiche dei rapporti. In un caso l’uomo cercava di comprare il silenzio della vittima regalando piccole ricariche telefoniche o giocando sulle paure e sulla vergogna, minacciando di rivelare ai propri familiari alcuni particolari sui loro incontri; nell’altro, invece, riusciva anche ad instaurare un rapporto tale che il giovane arrivasse perfino a sentirsi affezionato a lui.

La perizia psichiatrica d’ufficio ha stabilito la perfetta capacità dell’uomo di intendere e di volere, anche alla luce dell’abilità dimostrata nell’ architettare situazioni ideali per raggiungere i propri scopi.

“Sono in parte soddisfatto perchè sono state riconosciute le attenuanti generiche – ha affermato il legale difensore dell’uomo Alessandro Angelozzi – ma dalle carte emerge il comportamento di una persona con evidenti disturbi mentali. E’ stata inoltre respinta  la richiesta del nostro consulente di effettuare un ulteriore accertamento medico per verificare la presenza di danni cerebrali dovuti ad un trauma cranico riportato in precedenza”.

L’uomo, durante gli interrogatori, avrebbe dichiarato di essere stato in adolescenza più volte vittima di abusi simili a quelli di cui è stato poi lui stesso artefice.


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