ASCOLI PICENO – Alla Cartiera Papale, sabato 26 novembre alle ore 18,  ci sarà l’ultimo degli “Incontri d’autunno” organizzati dal Club Alpino Italiano, sezione di Ascoli.

Il protagonista del convegno sarà Enrico Bernieri che racconterà le sue esperienze di alpinista e scienziato. Bernieri è ricercatore dell’istituto nazionale di Fisica Nucleare e docente al dipartimento di Fisica dell’università Roma Tre ma è anche un alpinista che ha lavorato “a cavallo” tra montagna e ricerca. Ha realizzando strumenti per misurare la radioattività in alta quota che sono stati utilizzati in Appennino, sulle Alpi e sull’Himalaya. Ora si occupa di astrofisica, di didattica e di comunicazione della scienza.

Agli albori dell’epoca della ragione alcuni uomini iniziarono a pensare con la loro testa, osservare con i propri occhi e formulare ipotesi originali. Le tradizioni furono messe in discussione, così come anche il potere e l’autorità precostituita. Altri uomini iniziarono a sfidare l’orrore delle altezze, a volte aspre, pericolose, ghiacciate, e a inerpicarsi su cime sempre più alte. Era così avviata l’esplorazione della dimensione verticale del nostro pianeta.

Una volta arrivati lassù, sulle vette della ragione o delle montagne, c’erano molte cose nuove da vedere, osservare, misurare. C’è voluto molto tempo per avere consapevolezza e, ancora più tempo, per avere il coraggio di dichiarare che la vera molla che spingeva e spinge scienziati e alpinisti è l’emozione pura della scoperta, della salita, della cima.

Come e perché alpinismo e scienza moderna nascono praticamente insieme? Perché la maggior parte dei primi alpinisti erano anche uomini di scienza? Come mai le due strade si sono poi separate? Perché le montagne sono tornate a svolgere un ruolo centrale in molti ambiti della ricerca scientifica moderna?

Tentare di rispondere a queste domande farà fare un insolito viaggio lungo le poco note trame che intrecciano le strade dell’alpinismo e della scienza moderna.


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