ASCOLI PICENO – Così come i suoi celebri colori sociali fanno intuire, il 2011 dell’Ascoli Calcio e dei suoi tifosi si è chiuso con un bilancio agrodolce, fatto di momenti bianchi e positivi, ma anche di giorni neri e da ricordare meno. PicenoOggi.it cerca di riassumere (e non è facile!) tutte le emozioni delll’anno che sta terminando: questa prima parte (gennaio – giugno) comincia con la partita di campionato con la Triestina, le prime ‘querelle’ societarie e si conclude con la città che si appresta a vivere un’estate di fuoco.

Un anno in bianco e nero” Gennaio 2011 – Giugno 2011

Il 2010 si era chiuso con una bella vittoria in rimonta sulla Reggina (2-1, firme di Lupoli e Giorgi nel giorno della morte di Rozzi) che faceva risalire la squadra al quintultimo posto in classifica (20 punti) insieme al Sassuolo. Ma la vera rimonta, l’Ascoli, è chiamato a compierla nei successivi mesi, tentando l’impresa più difficile della storia bianconera. Il 2011, al contrario, non si apre nel migliore dei modi: la squadra, penalizzata di 5 punti per inadempienze sull’iscrizione al campionato, cade a Trieste (8 gennaio) con un secco 2-0, per poi ripetersi in casa, sconfitta 2-1 dal Grosseto con gol di Papa Waigo. La 22ma giornata segna anche il debutto del giovane terzino Marco Calderoni, giunto ‘sottovoce’ da Piacenza con la formula del prestito, e che saprà rivelarsi una delle colonne dell’Ascoli di Castori. Calderoni prende il posto di Giallombardo, finito proprio al Grosseto. Partiranno anche le punte Bonvissuto e Djuric. Ma il 20 gennaio, nella settimana di Modena-Ascoli (0-0), un episodio sorprende tutti i tifosi: il capitano Vincenzo Sommese (99 presenze e 9 gol) viene messo fuori rosa dalla società per ‘motivi ambientali’, come ha fatto sapere il team manager De Matteis: pare, infatti, che il giocatore, con il contratto in scadenza nel 2012, avesse rifiutato il trasferimento nella corrente finestra di mercato, nonostante la dirigenza lo volesse cedere per ‘allegerire’ il monte stipendi della squadra.

Gennaio, però, è anche il mese del vertice trilaterale di Teramo: società, rappresentata dal presidente Benigni, amministrazione comunale, con Castelli e Brugni, e Lega di Serie B, presente con il numero uno Abodi, discutono del futuro del Picchio. E’ l’incontro che darà il via alla ricerca di acquirenti per salvare la società, ormai in piena crisi economica. Si fanno avanti diversi imprenditori, il primo è Arturo Maresca, patron del Porto Recanati. Nel frattempo Benigni, in attesa di liquidità dalla stessa lega per i pagamenti di metà febbraio, promette di non vendere né Lupoli, nè Giorgi per non indebolire la squadra. Il mercato, intanto, si chiude con gli ultimi botti: arrivano Juan Antonio e Robert Feczesin, entrambi dal Brescia. E’ proprio l’ungherese a segnare all’esordio nel pareggio di Bergamo con l’Albinoleffe (1-1), mentre la squadra comincia la risalita, grazie, soprattutto, ai successi interni: al ‘Del Duca‘ cadono Piacenza (3-1), Portogruaro (1-0) e Vicenza (2-1), quest’ultima grazie alla strepitosa doppietta di Ettore Mendicino a cavallo del 90′. Ma la classifica continua ad essere crepata dalle penalità: ancora la Co.vi.soc regala un altro -1 ai bianconeri.

Febbraio e marzo sono i mesi delle trattative di compravendita della società: il più deciso, ma anche il più respinto, è l’imprenditore di Folignano Piero Palatroni, che il 16 febbraio incontra Benigni e Castelli al comune. All’uscita dal summit a piazza Arringo, il patron bianconero subisce la pesante contestazione dei tifosi che, temendo il fallimento del club, invitano ancora una volta Benigni a mettersi da parte. Tuttavia, le trattative tra i due non decollano, anzi: l’offerta dell’imprenditore prima c’è, poi scompare e non arriva a destinazione, infine, viene ritirata. Nella confusione mediatica totale spunta anche l’editore Elido Fazi, disposto ad ‘accompagnare’ un capocordata affidabile. L’identikit risponderebbe a quello di Francesco Bellini, amico, tra l’altro, proprio di Benigni. Bellini, imprenditore emigrato in Canada e guru dell’industria farmaceutica, pare seriamente intenzionato con Fazi a rilevare la società, non prima di conoscere con la ‘due diligence’ l’effettiva realtà economica della squadra. Tornando al campo, arrivano le sconfitte con Empoli, Crotone, Novara e Torino (0-4 in un concentrato di polemiche arbitrali), il pareggio di Livorno in extremis, e quello pieno di rimpianti contro l’Atalanta. La squadra, in ogni caso, non si arrende, mostrando carattere da vendere e sprazzi di gioco niente male: tutto ciò viene racchiuso nel derby col Pescara, dominato e deciso solo a fine gara dal gol di Romeo. Ma la lotta per restare in B continua anche fuori dal campo: sparito come una meteora anche l’italo americano Joseph Cala, è Fazi a liquidare Palatroni, definendolo ‘poco gradito’ a Benigni. I tifosi sbottano per la confusione e scrivono una lettera a Bellini per esortarlo ad intervenire e l’italo canadese risponde ‘presente’, mentre Palatroni, una volta per tutte, ritira il suo interesse.

Come previsto, a fine aprile ecco il -7 per non aver pagato contributi e ritenute a febbraio, mentre la squadra, sul campo, continua la cavalcata: decisivo è lo straordinario 3-2 al ‘Del Duca’ del 13 maggio contro il quasi promosso Siena: sotto di due gol, gli uomini di Castori rimontano all’ultimo secondo, complice anche un undici di Conte per certi versi già in vacanza. E così, a due turni dalla fine, la classifica recita: “Piacenza 46; Sassuolo 45; Ascoli (-7) 45; AlbinoLeffe 43; Triestina 40; Portogruaro 40; Frosinone 38.

L’Ascoli, con una penalità scontata di un punto dopo l’ennesimo ricorso, va a Reggio Calabria con la Reggina che insegue i play off: entrambe le squadre giocano tendendo le orecchie ai risultati sugli altri campi. Ne esce uno 0-0 che accontenta tutti, l’Ascoli per primo: all’ultimo turno riceverà la neo retrocessa Triestina e 3 punti significherebbero salvezza indipendentemente dai risultati altrui. E così, il 29 maggio è festa: Feczesin (doppietta) e Moretti regalano il 3-0 ai diecimila del ‘Del Duca’, con la festa che si sposta nelle piazze, dove Castori e Giorgi sono i più osannati dalla gente. Eppure, il momento più atteso da nove mesi, è anche il più breve: la mattina del 2 giugno, una sconcertante operazione della procura di Cremona scaglia un macigno nel mondo del calcio, soprattutto nella serie B. Parte l’inchiesta ‘Last Bet‘ sul calcioscommesse che denuncia l’esistenza di un’associazione a delinquere atta a combinare e manovrare gli esiti di diverse gare, dalla A alla Prima Divisione. Vanno in carcere, tra gli altri, anche Sommese e Micolucci, mentre Pederzoli viene, e resterà, indagato. E’ una delle pagine più nere del calcio nazionale e, purtroppo, in queste pagine, il nome Ascoli circola troppe volte. La società, ovviamente, si dichiara all’oscuro di tutto e si costituisce parte lesa nella giustizia ordinaria: in quella sportiva, invece, per l’assurdo giuridico della ‘responsabilità oggettiva’, la squadra bianconera rischia grosso. Dall’esclusione dal campionato, fino ad una massiccia penalizzazione. Intanto, però, un mattone per il futuro viene messo: Fabrizio Castori, dopo l’impresa, viene confermato da Benigni, quest’ultimo ancora una volta invischiato nella ricerca delle disponibilità finanziare per iscrivere la squadra al torneo: la società presenta entro il 30 giugno alcuni, ma non tutti, i documenti necessari, chiedendo la rateizzazione di alcuni pagamenti e puntando a rispettare l’ultimo, disperato termine del 12 luglio. Intanto, dalle buste  e dlle compartecipazioni del 25 giugno escono le prime sorprese: restano bianconeri Lupoli, Gazzola e Pesce, mentre parte solo Moretti. Ma l’attenzione di tutta la città, ora, è altrove… (continua)


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