ASCOLI PICENO – Raddoppiano gli studenti, ma la biblioteca Comunale dimezza il proprio orario di apertura. In questi giorni, come in tutti i periodi di vacanza, molti ragazzi che studiano fuori città (la stragrande maggioranza) tornano ad Ascoli ma tra una festività e l’altra continuano a studiare. Molti di essi si recano nella Biblioteca Comunale al Polo Sant’Agosino, ma lamentano di poterlo fare solo al mattino perchè questa durante le festività apre con orario 9-13.
Navigazione internet accessibile a tutti con sistema Wi-Fi e orario continuato sono lacune colmate soltanto negli ultimi anni, con molto ritardo rispetto ad altre città ma, come si dice, meglio tardi che mai. Lo stesso dovrebbe accadere con gli orari durante i periodi festivi. E’ comprensibile che anche il personale usufruisca di giorni di vacanza ma una maggiore ottimizzazione delle risorse sarebbe sicuramente possibile e andrebbe incontro alle esigenze degli studenti, che in questi periodi sono particolarmente numerosi.
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Verissimo…
Orario continuato e Wifi resi disponibili anche dopo la mobilitazione dei Giovani Democratici che fecero la raccolta firme fuori dalla biblioteca! Ricordiamocelo e ricordiamolo ogni tanto :D
Fa bene così il Comune. La biblioteca serve soprattutto per consultare libri e poi per studiare. Non il contrario. Per studiare ci sono tanti altri posti, in primis le case. E pensare di pagare il personale anche nei giorni di festa per tenerla aperta pure di pomeriggio è assurdo. Una cosa del genere, in un momento di crisi, appare come uno sperpero di denaro pubblico. Forse qualcuno non si rende conto che a tutte queste comodità, andando incontro ad una profonda recessione, dovremo rinunciare. Altrochè…
Bene quindi tenere aperta la biblioteca solo la mattina in questo periodo di feste. Chi ha bisogno di libri va la mattina. Per studiare lo si fa a casetta.
La biblioteca serve anche come luogo di aggregazione culturale, visto che ad ascoli non ce ne sono. La biblioteca serve a mantenere anche i rapporti umani tra gli studenti piceni. La biblioteca fa cultura, la biblioteca è luogo di scambio di idee. Poi basterebbe come sempre dico, fare un giro per le altre città italiane per vedere la funzione delle biblioteche, in particolare quelle universitarie! E’ alquanto bizzarra la considerazione letta sopra!
Ma quante belle parole: cultura, socializzazione, rapporti umani, scambio di idee. Dietro ste belle parole, il vuoto assoluto.
Caro Piceno,
il tuo commento è in parte apprezzabile. Tuttavia, trovo assurde alcune sue parti. La recessione non si combatte con ‘tagli’ del genere, ammesso e per niente concesso che l’amministrazione abbia scelto questo motivo. Credo infatti che sia già una scelta presa da qualche anno. Secondo, la biblioteca comunale non è solo un mero archivio né un ufficio postale: è anche un luogo di incontro, di socializzazione e di studio libero. Sperpero di denaro pubblico? Trovo più sperpero le eccessive luminarie, seppur belle, o le opere di pulizia urbana dovute per vandali o imbrattatori vari. Sono d’accordo che chi ha voglia di studiare può farlo anche a casa, ma anche chi va in biblioteca di pomeriggio perché magari durante le feste può svegliarsi tardi ha il diritto di stare insieme a colleghi universitari o amici e passare qualche ora insieme al caldo. Non trovi?
E.P.
Io non ho affatto scritto che la recessione va combattuta con questi tagli.
Ho scritto un concetto leggermente diverso. Cioè che da Sindaco, non andrei sicuramente a spendere soldi per tenere aperta la biblioteca anche di pomeriggio durante le feste di Natale. Non la farei questa spesa che ritengo perfettamente inutile, soprattutto in periodi dove bisogna razionalizzare e tirare la cinghia. Siccome la Biblioteca la frequento anche io e so che, nel 95% dei casi, dietro alle belle e pompose parole di Ameli c’è tutt’altro (leggasi cazzeggio), ritengo fondamentale nei giorni di festa assicurare esclusivamente un servizio minimo, cioè l’apertura per mezza giornata. D’altronde non vedo drammi, mancate socializzazioni, diminuzione di rapporti umani e scambi di idee se per 10 giorni non è possibile andare in Biblioteca di pomeriggio.
Ognuno è libero di pensarla come vuole. Ma io credo che una concezione di biblioteca alla “nome della rosa” sia alquanto…medievale appunto. La biblioteca è un luogo di incontro e quindi di confronto. Inoltre essa deve mettere a disposizione di tutti, quindi anche di coloro che non possono permetterselo, i vari saperi. Questo significa rendere a tutti accessibili libri, riviste, giornali e, al giorno d’oggi, anche internet, musica e film (gli ultimi due credo manchino del tutto in quella principale, qualcosa si trova in quelle di quartiere). Ma anche ammesso che la funzione della biblioteca non fosse quella di luogo di incontro tra persone ma di sola consultazione di materiale, non vedo perchè questa dovrebbe essere a mezzo servizio proprio quando la richiesta è maggiore. Infine, credo che il personale impiegato nella biblioteca sia più che sufficiente, se ottimizzato e sfruttato meglio, a coprire anche orari più ampi senza alcuna spesa ulteriore.