ASCOLI PICENO – Si parla sempre più spesso della possibile abolizione delle Province soprattutto dopo le ultime manovre che prevedono una forte riduzione di assessori e consiglieri.

Domani, martedì 31 gennaio, tutte le Province italiane saranno impegnate in Consigli Provinciali aperti nell’ambito della giornata di mobilitazione nazionale promossa dall’Upi (Unione Province d’Italia) con l’obiettivo di fare conoscere l’utilità di questa istituzione ed i suoi reali costi e funzioni. “L’Italia senza Province: problematiche e possibili conseguenze per il territorio” è il titolo scelto per la seduta che, ad Ascoli Piceno, avrà luogo alle 15:30 nell’aula consiliare di palazzo San Filippo. Un momento di riflessione e dibattito, ma soprattutto un’occasione per dare concretezza all’operazione verità che l’Upi sta portando avanti attraverso dossier e studi, come quello elaborato dalla Bocconi rispetto all’utilizzo virtuoso delle risorse pubbliche operato dalle Province in servizi resi ai cittadini, alle imprese, alle comunità locali. Al consiglio interverrà il professor Stefano Cimini, docente di Diritto Amministrativo dell’Università degli studi di Teramo che aiuterà a comprendere meglio le problematiche in esame.

L’iniziativa è stata illustrata stamani dal presidente della provincia Piero Celani e dal presidente del Consiglio Provinciale Armando Falcioni che si sono soffermati sulle conseguenze di una riorganizzazione “a risparmio zero” che svuota di fatto le Province delle loro funzioni attribuendole ad altri enti senza benefici per il territorio ma, anzi con evidenti aggravi di costi e forti disagi per le popolazioni ed il loro sviluppo.

“Siamo qui con la massima serenità non certo per difendere posti o posizioni e la nostra storia di sindaci e amministratori lo dimostra ampiamente – hanno dichiarato Celani e Falcioni – ma per fare una doverosa operazione di trasparenza su un riassetto delle autonomie locali che non solo presenta evidenti vizi di incostituzionalità e non porta alcun reale risparmio, ma getterebbe il territorio in un forte disagio senza certezze per la gestione di competenze e servizi di area vasta essenziali come la viabilità, le infrastrutture, l’edilizia scolastica, la difesa del suolo, la tutela dell’ambiente nonché la gestione dei rifiuti, la caccia e la pesca e le molteplici progettualità in campo culturale, turistico, sociale e delle politiche comunitarie”.
“Se i problemi sono i costi della politica occorre dire che eliminare tutti gli amministratori Provinciali d’Italia comporterebbe un risparmio globale a livello nazionale di appena 35 milioni di euro – ha evidenziato il presidente Celani – un’ inezia rispetto a quanto si potrebbe risparmiare abolendo la miriade di enti intermedi che in Italia sono oltre 7 mila con un esercito di 27 mila nominati e le cui funzioni potrebbero essere benissimo svolte dalle Province con un concreto vantaggio in termini di snellimento burocratico e di eliminazione di passaggi inutili”, mentre Falcioni ha ricordato come un’indennità di 36 euro lorde a seduta per consigliere non rappresenti un risparmio anzi il riassetto comporterebbe un aumento della spesa del 25% solo per il passaggio del personale delle Province alle Regioni o dal trasferimento di competenze di area vasta ai Comuni. Sarebbe invece meglio una reale riforma del codice delle autonomie che distribuisca le varie competenze tra Regioni Province e Comuni.


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