SANREMO – Un ascolano a Sanremo, nelle vesti di autore. Dario Faini, partito dal Piceno per Roma tanti anni fa, è da cinque giorni nella città dei fiori al fianco del cantante Francesco Renga. E non solo: “Oltre a La tua bellezza, ho anche realizzato il pezzo per Giulia Anania, La mail che non ti ho scritto, che concorreva tra i Giovani. Essere qua per me è un motivo d’orgoglio”.

Quando hai conosciuto Renga?

“Non molto tempo fa. E’ una collaborazione recente, cominciata col brano Senza sorridere e che prosegue appunto con La tua bellezza, scritta con Diego Mancino. A Francesco è subito piaciuta, l’ha leggermente modificata e l’ha portata al Festival. Se escludiamo Irene Grandi, questa è la mia prima esperienza differente da quella dei talent-show, considerato che ho scritto canzoni per Emma Marrone e Alessandra Amoroso”.

Nella puntata di venerdì verrà eseguita con gli Scala & Kolacny Brothers. Che performance sarà?

“Verrà fuori un bel duetto. Ho avuto modo di ascoltare le prove e il risultato è davvero emozionante. La canzone sarà più solenne, meno rock, con un arrangiamento orchestrale”.

Giovedì invece è stata la volta del duetto con Sergio Dalma.

“Il rifacimento de Il mondo mi è piaciuto tantissimo. Sono stati entrambi bravi, ovviamente le vocalità erano diverse. Il mix è stato buono. La scelta dell’accoppiamento aveva un chiaro senso discografico legato all’intenzione di Francesco di proporsi nel contesto spagnolo”.

Sono stati definitivamente eliminati i Marlene Kuntz e Irene Fornaciari, a vantaggio di Carone-Dalla e D’Alessio-Bertè, al contrario ripescati. Te l’aspettavi?

“Sì, me l’aspettavo. I Marlene hanno un po’ seguito la strada degli Afterhours del 2009. A livello popolare non sono riusciti ad affondare, sono molto integralisti nel loro genere. Nonostante tutto credo che quello con Patti Smith sia stato il momento più emozionante della terza serata. Di Irene penso che abbia una voce clamorosa ed un immenso talento; sta trovando la sua identità. In merito ai ripescati sono felicissimo per Pier Davide Carone, un mio carissimo amico. Tifavo spudoratamente per lui. D’Alessio e Bertè non rientrano nei miei gusti, ma il brano desta curiosità”.

Facciamo un salto indietro e torniamo alle polemiche su Celentano. Renga è stato l’unico artista ad avere il coraggio di contestare apertamente la durata del suo monologo (“Siamo stati la sua cornice”). Aveva ragione?

“Assolutamente. Ha fatto benissimo. Sessanta minuti ci sono sembrati obiettivamente pesanti. Tutti in fondo l’hanno pensata come Francesco, posso assicurarlo. Comunque, la verità sta nel mezzo: il Molleggiato ha portato ascolti al Festival e di conseguenza a noi. Va bene tutto”.

Per la prima volta a Sanremo. Che clima hai trovato?

“C’ero stato tanto tempo fa col mio vecchio gruppo nell’ambito di Sanremo Rock. Tutta un’altra cosa. L’atmosfera è caotica, si è nel mezzo di un vortice d’incontri. L’esperienza è tosta a livello energetico, tuttavia molto bella”.

In vista della finalissima, speri nel podio?

“Intanto stasera ci saranno due nuove eliminazioni. Sinceramente non me ne importa nulla. Mi interessa esclusivamente che La tua bellezza abbia vita radiofonica e che resti nel tempo. Auspico che segni un momento importante nella carriera di Renga. Non punto al podio e sostengo che sia quasi impossibile arrivarci. Detto questo, se arriva tanto meglio!”


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