ANCONA – Cessata l’emergenza neve, nelle Marche si apre la fase del ritorno alla normalità. Nel suo intervento durante la seduta del Consiglio regionale del 21 febbraio,  il presidente della Regione Gian Mario Spacca ha fatto il punto sulla gestione dell’evento nevoso del febbraio 2012, definito dall’Osservatorio Meteorologico dell’Università di Urbino come il più importante dal 1884.

Poiché una sentenza della Consulta ha dichiarato incostituzionale la cosiddetta “tassa sulla disgrazia”, il governatore ha chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di emergenza per le nevicate. Questo però rappresenta solo un punto di partenza: “l’incostituzionalità della “tassa sulle disgrazie” è una condizione necessaria ma non sufficiente: servono tempi rapidi e determinazioni coerenti sul piano dei trasferimenti statali di risorse finanziarie per il ristoro delle spese sostenute e dei danni subiti in conseguenza delle emergenze”.

La Regione, ha spiegato Spacca, è ancora in attesa dei fondi per l’emergenza alluvione dell’anno scorso “riconosciuta anche in forma solenne  dal Consiglio dei Ministri senza alcun seguito finanziario”. “Abbiamo sollecitato ufficialmente tale erogazione al Governo Monti, in particolare al Sottosegretario Catricalà e al Ministro Cancellieri, anche nel corso della riunione a Palazzo Chigi della scorsa settimana – ha affermato il presidente -. Dopo la sentenza della Consulta ogni ulteriore ritardo diventa, oltre che inaccettabile, anche illegittimo”. Se verranno erogate le risorse statali, la Regione conferma la disponibilità a revocare l’incremento delle accise obbligato dalla normativa nazionale.

La risposta operativa

Spacca ha elogiato l’attività della protezione civile regionale, che “ha dato prova di grande efficienza e capacità di coordinamento in rete, pur di fronte a un’emergenza, come quella nevosa, che ha registrato un picco di intensità senza precedenti nell’ultimo secolo”.
Il sistema dei soccorsi ha operato in sinergia su più livelli: “La situazione è stata di estrema complessità – ha spiegato il governatore -: le criticità principali hanno riguardato il sistema viario e dei trasporti in generale (in particolare quello ferroviario), le problematiche derivanti dalle interruzioni nell’erogazione di energia elettrica, la necessità di garantire i servizi essenziali, in particolare quelli ospedalieri e comunque sanitari, l’assistenza alla popolazione e la impossibilità di operare da parte delle attività produttive”. Riguardo al sistema viario e dei trasporti, i maggiori problemi si sono riscontrati nelle zone alto-collinari e montane e nel pesarese, dove “le precipitazioni hanno chiuso praticamente tutte le strade, in quanto era materialmente impossibile effettuare le operazioni di rimozione della neve che cadeva copiosissima”. Problemi anche al porto di Ancona e sull’Autostrada A14 dove il traffico è rimasto bloccato a causa di alcuni mezzi che si sono intraversati. L’emergenza ha riguardato anche l’aeroporto Raffaello Stazio e le Ferrovie dello Stato, con disagi per i viaggiatori.

“Per quanto riguarda la mancata erogazione dell’energia elettrica sono state migliaia le utenze scollegate, per i guasti continui causati soprattutto dalla caduta di rami sulle linee. Buona è stata la risposta organizzativa di Enel Distribuzione, che ha operato senza sosta, impiegando anche squadre aggiuntive fatte confluire da altre regioni”. Mentre per quanto attiene al servizio sanitario, “sostanzialmente non si sono registrate difficoltà particolari, solo grazie al coordinamento di tutto il sistema”. Per le centinaia di case impossibili  da raggiungere per la impercorribilità delle strade, sono stati organizzati servizi di consegna a domicilio di generi di assoluta necessità per anziani e neonati.

La situazione si prospetta “particolarmente grave e complessa” sul fronte delle attività produttive. “Per quanto riguarda la pesca le cattive condizioni del mare, la chiusura dei mercati ittici, le difficoltà nella consegna del prodotto, la scarsa attività dei ristoranti hanno generato di fatto il blocco del mercato. I danni in agricoltura non sono ancora esattamente quantificabili, ma facilmente ipotizzabili”. Tutti i comparti produttivi hanno segnalato danni alle infrastrutture, o relativi a interruzioni e chiusure.


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