Dal settimanale Piceno Oggi n.907, in edicola il 23 febbraio 2012

ASCOLI PICENO – La complessa e tormentata vicenda dei parcheggi ad Ascoli Piceno, divenuta il principale pomo della discordia tra maggioranza e opposizione, ha origini che partono da lontano. Nel 1996, all’epoca della giunta Allevi (ma le delibere di affidamento sembrano risalire alle precedenti amministrazioni) il Comune e la società Parcheggi Azzurri (oggi Saba Italia) firmarono due convenzioni, in data 28 febbraio e 28 dicembre, nelle quali si concedeva alla società la costruzione e gestione dei due parcheggi “Porta Torricella” ed “Ex Gil”. L’articolo 5 prevedeva che il Comune si impegnasse ad eliminare, entro due mesi dall’inizio della gestione del parcheggio, i parcheggi di superficie a pagamento esistenti nel centro storico della città, altrimenti la gestione di questi parcheggi sarebbe stata affidata alla stessa società, e al contempo a limitare la sosta nel centro storico, esclusa quella dei residenti e quella dei parcheggi gestiti da privati.

Poiché la giunta nel giugno 1998 adottò il Piano generale per il traffico urbano (Pgtu) che prevedeva la permanenza, anziché la soppressione, di parcheggi a pagamento nel centro storico, l’Arengo e la Parcheggi Azzurri stipularono una convenzione integrativa del 27 gennaio 1999 dove si stabiliva l’ampliamento a 24 mesi del periodo previsto dall’articolo 5 della convenzione, per la chiusura dei parcheggi in superficie a pagamento. Questa convenzione stabiliva inoltre un indennizzo in favore della Parcheggi Azzurri per il minor ricavo conseguito rispetto a quello previsto nei piani allegati alle due convenzioni originarie.

La gestione dei posti auto nel centro storico è stata poi affidata mediante gara, ad alcuni operatori del settore, tra cui la Cooperativa Angelo Boni, con contratti annuali, poi prorogati. Poiché la società Parcheggi Azzurri aveva proposto ricorso avanti al Tar Marche per ottenere la condanna del Comune all’adempimento degli obblighi assunti nonché al risarcimento dei danni subiti, il Consiglio aveva emesso le delibere n.39 del 3 giugno 2002 e del 12 luglio 2002 con cui approvava uno schema di convenzione integrativa delle precedenti convenzioni, con cui affidava alla società la gestione della sosta di superficie in alcune aree e il controllo della sosta mediante ausiliari del traffico. Contro queste delibere era insorta, chiedendone l’annullamento al Tar Marche, la Angelo Boni (società che ha gestito fino al 27 gennaio 2002 alcuni parcheggi a raso in alcune piazze e vie cittadine). Con sentenza del dicembre 2007 (vicenda che creò molto scompiglio in seno all’amministrazione Celani), il Tar aveva annullato la delibera n.39 del 2002 dichiarando nulla, di fatto, la concessione dei circa 1300 parcheggi blu affidati alla Saba Italia con la convenzione (circa 700 quelli realmente utilizzati).

La decisione del Tar è stata però azzerata il 24 giugno 2008 dal Consiglio di Stato, cui la Saba e l’Arengo hanno fatto ricorso in appello. La nuova sentenza ha confermato la convenzione del 2002 con la società spagnola, ripristinando i parcheggi a pagamento nella città.

Il cambio di amministrazione ha fatto riemergere il problema della sosta, con Castelli che sembra intenzionato a riacquistare i parcheggi (in base all’articolo 9/bis della convenzione). Ai primi di gennaio 2012 il sindaco ha incontrato a Roma i vertici della Saba. Sulla vicenda pesa tuttavia il fardello dell’enorme debito contratto con la multinazionale, che secondo i calcoli dell’opposizione potrebbe ammontare oggi a 8 milioni di euro.


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