ASCOLI PICENO – Borse di studio agli studenti universitari nel segno della meritocrazia. La valorizzazione di quelli che sono gli studenti più lodevoli è l’obiettivo  che si pone il consorzio universitario Piceno con la terza edizione del progetto B.e.st., presentato questa mattina alla presenza del presidente del Cup De Santis, del direttore  Raimondi, dei professori  Pettinari e Feliciati delle Università di Camerino e Macerata e del professor Gian Luca Gregori in teleconferenza dall’Università Politecnica delle Marche.

Si tratta di una borsa di studio destinata agli studenti iscritti nei corsi di laurea attivati nel territorio piceno che si siano particolarmente distinti nella loro carriera universitaria. “Ma sono molti gli studenti che hanno una media voto particolarmente elevata – spiega Raimondi – Occorre una ulteriore classificazione, che verrà fatta da un’apposita commissione chiamata a valutare in particolar modo le loro motivazioni, anche in prospettiva futura in termini di contributi che possono dare al territorio”.

‘Le migliori menti del Piceno’ è appunto il sottotitolo scelto per promuovere l’iniziativa. Nello specifico saranno 38 in totale le borse assegnate, suddivise per i vari anni di iscrizione alle lauree di primo e secondo livello sulla base dei riscontri ottenuti in termini di iscrizioni e di domande nelle due edizioni precedenti. Le quote vanno dai mille ai due mila euro ma sono previsti anche contributi non necessariamente in denaro, come il finanziamento di corsi di inglese o l’assegnazione di computer portatili. “Il finanziamento di questo progetto  non era una cosa scontata – ha spiegato il presidente del Cup De Santis – tutt’altro. Ma abbiamo pensato che fosse giusto continuare a fare sforzi ed investire per premiare chi merita,  incentivando un settore, come l’istruzione, che attravarsa un periodo di difficoltà a causa dei numerosi tagli”. A tal proposito è intervenuto anche Gian Luca Gregori dell’università politecnica delle Marche, il quale ha definito “scellerate le scelte di togliere fondi alle università, perchè significa penalizzare sopratutto i territori”.


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