ASCOLI PICENO – Il Comune di Ascoli, in previsione del bilancio che verrà discusso entro aprile, e  le maggiori sigle sindacali hanno aperto questa mattina un confronto sulle misure da adottare in ambito welfare e firmato un protocollo d’intesa per stabilire gli impegni comuni in direzione delle politiche sociali e di sostegno all’economia e al lavoro. “Quest’anno come mai in precedenza, far precedere la redazione del bilancio da un protocollo d’intesa era quanto mai indispensabile visto l’annus horribilis della finanza e  le difficoltà enormi che stiamo attraversando”, ha dichiarato il sindaco Guido Castelli al termine dell’incontro con i sindacati.

“Con questo documento cerchiamo di mantenere le stesse compatibilità finanziare degli altri anni, con l’obiettivo di garantire i servizi sociali in un momento di grande difficoltà economica – affermano i rappresentanti delle maggiori sigle Carlo Mistichelli (Cgil), Marco Straccia (SpI Cgil), Paola Federici(Cisl), Giulio Grazioli (Fnp-Cisl), Francesco Fabiani (Uil) e Vincenzo Farnesi (Uilp-Uil), firmatari del protocollo. – Ascoli è una città in recessione, a livello nazionale una che sta soffrendo di più. Ci sono dieci mila nuovi disoccupati; alle otto di sera la città è vuota e questa è una conseguenza anche della crisi. Questi accordi che stiamo sottoscrivendo con i comuni ci vedono uniti a livello confederale”.

L’obiettivo principale è quello di riuscire, nonostante i minori trasferimenti di risorse dallo stato agli enti locali, a mantenere inalterati i servizi per quelle categorie svantaggiate e che presentano maggiori difficoltà in periodi di crisi, come i disoccupati, gli anziani, i disabili e le famiglie con un basso reddito.

Nello specifico del documento, tra le altre cose l’amministrazione comunale si impegnerà a prendere provvedimenti che riguardano la tassa sulla prima casa con due specifiche azioni: la prima è quella di mantenere inalterata l’aliquota Imu spettante ai Comuni rispetto a quanto stabilito dal governo, l’altra è quella di valutare la possibilità di arrivare ad una esenzione totale del pagamento della stessa per i pensionati non ricchi. La tassa sulla prima casa, reintrodotta da quest’anno dal governo Monti in sostituzione dell’Ici, prevede il pagamento dello 0.4% sulla base imponibile, con la possibilità per i Comuni di rimodulare l’aliquota con un aumento o una diminuzione dello 0,2 per cento. “L’obiettivo è quello di arrivare ad una esenzione totale dell’aliquota sulla prima casa per quei pensionati che abbiano un reddito inferiore ai 17 o 15 mila euro. -dice ancora Castelli – I  nostri uffici stanno facendo delle simulazioni per stabilire un tetto adeguato”.

“A livello di macchina amministrativa – conclude infine  il sindaco – stiamo inoltre  lavorando  sull’economia di spesa e non sui tagli.  Cerchiamo quindi di operare una riduzione dei costi, sui quali negli ultimi anni c’era stato un po’ di adagiamento”.


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