CASTEL DI LAMA – La corsa alla spesa dell’ultimo minuto è stata fatale per le conducenti di due veicoli che, martedì sera poco dopo le 20:00, avevano deciso di parcheggiare le proprie auto nello spazio riservato ai portatori di handicap. Forse perché quello spazio era a portata di mano dell’ingresso principale del centro commerciale Città delle Stelle, nonostante il parcheggio a quell’ora fosse quasi vuoto, o più semplicemente “perché ad alcuni manca il senso civico”, cosi come ha giustamente sottolineato uno dei carabinieri giunti sul posto.

Ma a rendere la vicenda più eclatante è stata la contestazione del verbale da parte della proprietaria di uno dei veicoli:    “ Una situazione spiacevole – commenta amareggiato il militare – , soprattutto perchè in casi così gravosi la flagranza dell’infrazione è talmente evidente che qualunque giustificazione o recriminazione appare superflua. Alcuni pensano che il codice della strada non possa essere applicato in parcheggi annessi a complessi commerciali come questo, ma in questo caso gli spazi sono pubblici, quindi  sottoposti alle normative stradali. Altri invece comprendono di aver fatto un errore imperdonabile, sentendosi in disagio e in un comprensibile imbarazzo”.

La soluzione a questi  casi penosi, però, non può essere delegata unicamente ai verbali delle forze dell’ordine, ma soprattutto a quel senso civico comune che potrebbe rendere meno dura la vita alle persone con disabilità motorie. Il più delle volte, infatti, non riescono ad usare le aree di sosta a loro riservate perchè, come spesso accade, anche quegli spazi diventano territorio di conquista di guidatori scellerati e strafottenti.

Il giro di vite sulle soste selvagge, da parte dei Vigili Urbani di Ascoli, ha prodotto nel tempo buoni risultati, anche perché “il numero degli spazi riservati ai disabili – spiega il Maresciallo della Polizia Municipale, Emidio Luzi – è ben distribuito. Negli ultimi 4-5 mesi sono stati emessi poco più di 80 verbali, senza contare i casi non segnalati e quindi non censiti.  Sono comunque dati da tenere sotto controllo sistematicamente – conclude Luzi -, ma fortunatamente non siamo arrivati ancora ad una soglia critica”.


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