ASCOLI PICENO – Grande attesa al Forte Malatesta, venerdì 21 luglio alle 21.30, per la conferenza del giornalista e scrittore Magdi Cristiano Allam sulla “Tirannia dell’Euro, nostalgia della Lira, riscatto della dittatura finanziaria e del relativismo per un’Italia di valori, regole e bene comune”, introdotta dal collega Marcello Veneziani, per il ciclo di incontri e dibattiti “L’altra Italia – Ad Ascoli la festa delle idee contro la crisi”.

Dal 2009 deputato al Parlamento Europeo e presidente del movimento politico Io Amo l’Italia, lo scrittore egiziano è stato vicedirettore del Corriere della Sera ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui il Premio Saint-Vincent di giornalismo, l’Ambrogino d’oro del Comune di Milano, il Premio internazionale Dan David. Convertito nel 2008 dall’Islam al Cattolicesimo, battezzato da papa Benedetto XVI, da anni vive sotto scorta, assegnatagli dal Ministero dell’Interno italiano a seguito delle minacce che avrebbe ricevuto da parte della dirigenza di Hamās per le ripetute critiche da lui mosse al terrorismo suicida palestinese.

Perché pensa che il ritorno alla Lira, tema chiave della sua conferenza, potrebbe migliorare la situazione economica italiana?

Intanto dobbiamo prendere atto del fatto che viviamo in una situazione semplicemente tragica dove tutti gli indicatori della macroeconomia e della finanza ci dicono che l’Italia è in profonda recessione, che l’indebitamento pubblico cresce, che la disoccupazione aumenta, che il numero delle imprese che chiudono è in costante aumento, che i posti di lavoro diminuiscono, pertanto non ci troviamo in una situazione in cui è difendibile lo status quo ma che evidenzia la necessità di un’alternativa. Tutti i giorni qualcuno dice che l’euro non ce la farà per cui la necessità di un’alternativa parte dalla costatazione che questa realtà non funziona perché noi in partenza siamo imprigionati da una fabbrica del debito che ha il suo fondamento nel fatto che chi emette la moneta ha una fonte di lucro e chi la percepisce ha una fonte di debito; ad emetterla sono dei banchieri privati che oggi controllano la banca centrale europea e lo stato italiano acquista la moneta ad un tasso tra il 3 e il 4% che in partenza rappresenta una fonte di indebitamento la quale si traduce in maggiori tasse per gli italiani per cui dobbiamo sciogliere questo nodo e la soluzione risiede nel riconoscere allo Stato la facoltà di emettere una propria valuta nazionale che, se corrisponderà ad una parità di cambio con l’euro, preverrà anticipatamente qualsiasi fenomeno speculativo.

Il titolo di questo dibattito cita “un’Italia di valori, regole e bene comune”. A cosa si riferisce?

L’altra faccia della medaglia della dittatura finanziaria in cui noi oggi siamo sprofondati è la dittatura del relativismo che ci porta a non avere più la certezza di chi siamo; è necessario ricostruire l’Italia con un’anima che abbia tale certezza, con valori non negoziabili, regole certe che si sostanziano di diritti e di doveri e che metta al centro la persona e non la moneta, il bene comune e non speculazione finanziaria.

Quali sono questi valori non negoziabili?

Sono la sacralità della vita, la dignità della persona, la parità tra uomo e donna, la centralità della famiglia, la libertà di scelta religiosa ed educativa; sono quei principi che da sempre rappresentano i pilastri della nostra civiltà che noi oggi abbiamo dimenticato e che tendiamo a relativizzare finendo per far venir meno la certezza di chi siamo.

La ricerca di questi stessi valori ha influito nella sua scelta di convertirsi dalla religione islamica a quella cattolica?

Ho individuato nel Cristianesimo la dimora naturale di questi valori non negoziabili in cui credevo ma che vivevo con forti tensioni e grande conflittualità all’interno dell’islam; il cristianesimo proprio perché è la religione che si fonda su Dio che si è fatto uomo e che si incarna in Gesù, coniuga armoniosamente fede e ragione.

Deduco che, a suo parere, nell’Islam tali principi siano assenti.

Assolutamente si. Questa è la lettura letterale del Corano e della vita e dei fatti attribuiti a Maometto dove non vi è simbiosi tra fede e ragione ma un Allah che è molto distante dalla persona, che ordina di uccidere i non musulmani, gli ebrei, i cristiani, gli infedeli, gli apostati, un Dio che non ha nulla a che fare con la dimensione umana e dove la donna è considerata un essere inferiore rispetto all’uomo.

Come ci si sente a non poter tornare nel proprio paese?

Il mio paese è l’Italia, sono qui da 40 anni e sono orgogliosamente cittadino italiano; i miei figli sono nati qui per cui ritengo di avervi messo delle solide radici per una scelta di vita. Quanto al mio paese natale, l’Egitto, purtroppo per ragioni di sicurezza non mi è più possibile tornarci ed ovviamente questo mi dispiace per degli affetti che ho ancora lì ma mi auguro che la situazione possa un giorno cambiare, non so quando perché purtroppo sta peggiorando con la crescita del radicalismo islamico, e spero per gli egiziani innanzitutto e per tutti noi che ci possa essere un ritorno ad una sana laicità.


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