ASCOLI PICENO – E’ tempo di bilanci.  Ma nonostante il periodo di crisi, si ravvede un flebile spiraglio di luce in fondo al tunnel della spending review dell’esecutivo nazionale, almeno per quello che riguarda le misere casse degli enti locali. E’ notizia di qualche giorno fa, infatti, che la proposta dell’Anci è stata presa in considerazione dal Ministero dell’Economia, in relazione al fatto che gli enti pubblici potranno “dribblare” i tagli derivanti dalla Spending review, trasformandoli in obiettivi di debito e di saldo, dovendo però alleggerire la loro esposizione in termini di mutui e prestiti.

E proprio sulla scia di questa nuova “apertura”, in discussione al Consiglio dei ministri di giovedì prossimo, l’Assessore provinciale al Bilancio, Vittorio Crescenzi, tira un sospiro di sollievo: “Grazie alla politica virtuosa di questi anni, circa il contenimento del debito, questa possibilità potrebbe darci un notevole vantaggio proprio adesso”. Non dimenticando, però, il duro lavoro dell’ultimo triennio, snocciolando cifre e numeri: “Abbiamo dovuto fare i conti con una situazione difficile subendo tagli, in termini di trasferimento dallo Stato tra il 2010 e il 2012, per 3.720.219 euro”.

Il problema legato agli effetti della forte recessione si ripercuote anche sulle entrate tributarie “con un minus per l’ente – continua Crescenzi – pari a 204.088 euro. Ma quello che è pesato di più è la voce legata ai trasferimenti dalla Regione Marche, tradotti in tagli per i fondi Anas, in tagli dei fondi per le funzioni delegate e trasferite (Fondo unico regionale per il personale trasferito), per un importo pari a 4.239.026 euro. Per un totale di consuntivo a bilancio, tra il 2010 e il 2012, pari 8.163.333 euro”.

Ma per l’Assessore al Bilancio la vera patata bollente è rappresentata da quei 20 debiti fuori bilancio, accumulati a causa di vecchie sentenze, “che per il triennio 2009-2012 valgono per l’amministrazione ben 15.277.058 euro, compresa la maxi sentenza Rozzi (9.520.000 euro), per la quale stiamo fortunatamente transando”. Economia sugli investimenti, contrazione di nuovi mutui e l’utilizzazione del fondo contenzioso (completamente prosciugato), “sono stati gli interventi messi in atto, in una situazione in cui, per casi di emergenza come questi, non si può far a meno di utilizzare le risorse correnti”.

“Poi c’è stato il danno creato dalla ripartizione delle Province – prosegue  l’Assessore -. Il costo stimato per fare la legge è di 50-60 milioni di euro, che ricade sui cittadini. Senza contare, inoltre, che il divorzio da Fermo ci è costato ben 18.809.479 euro, diventati poi, con consuntivo alla mano, 21.434.595 euro, con un gap strutturale di 2.625.166 euro. Quindi minori entrate e maggiori spese”.

“E’ logico che gli interventi attuati hanno ridotto la spese corrente e quella del debito. Il debito è sceso, infatti, al di sotto dei 7.505.000 euro (5,11%). La spesa corrente è stata ridotta, rispetto al 2009, dell’11,52%; abbiamo inoltre ridotto il costo del personale, in seguito ai pensionamenti, del 5,46%; c’è stata una massiccia riduzione degli affitti passivi per circa 210.000 mila euro, quasi del tutto azzerati. Ridotti anche i costi delle trasferte, rispetto al 2009, del 198%; abbiamo ridotto i costi di rappresentanza, sempre rispetto al 2009, dell’87,92%. Ed infine ridotti anche i costi della politica del 27%”.

Non mancano stoccate all’opposizione:” La minoranza fa una critica sterile, ed io non vedo né proposte e né analisi critiche ai comportamenti di un’amministrazione che invece, per la prima volta nella storia della Provincia di Ascoli, riesce a ridurre spesa corrente”.

A conti fatti, per una Provincia che incamera circa 70 milioni di euro l’anno, sono più di 26 i milioni persi in questi tre anni. Ma Vittorio Crescenzi conclude smentendo l’ombra di un imminente dèbacle:” Il 2010 e il 2011 simo in pieno avanzo di bilancio, per cui  le voci di dissesto le smentisco categoricamente”.

“Il bilancio della provincia è diverso da quello degli altri enti – riassume in breve il Presidente, Piero Celani -. La provincia ha una fiscalità centrale, relativa ai trasferimenti dello Stato su tre grossi capitoli: IPT (Imposta Provinciale di Trascrizione), RC auto e il fondo di riequilibrio. Chiaramente i primi due dipendono dall’ andamento economico, e la contrazione dei trasferimenti a servizi invariati producono effetti devastanti per enti come il nostro. In più c’è la spending review. Sento parlare a sproposito – conclude lanciando una sfida all’ opposizione -. Confrontiamoci sui numeri, e a quel punto non ci saranno più dubbi”.


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