ASCOLI PICENO – Si è svolta oggi, 13 novembre, al Tribunale di Ascoli, l’udienza a carico di Gaetano Cervone, 40 anni, considerato uno degli attuali reggenti del clan camorristico degli Aprea-Cuccaro, attivo nell’area est di Napoli. L’uomo era latitante dal 13 febbraio del 2009, giorno in cui evase dagli arresti domiciliari, ai quali era sottoposto per violazione alla legge sugli stupefacenti.

Cervone, durante la sua latitanza, varcò i confini partenopei, allontanandosi addirittura oltre regione per evitare di essere intercettato dai Carabinieri, con l’intento di farsi curare una infezione al braccio, fuori zona ed in tutta sicurezza. Scelse il reparto malattie infettive del nosocomio di Ascoli Piceno, facendosi ricoverare sotto falso nome e con documenti perfettamente contraffatti. Ma i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli erano sulle sue tracce, riuscendo, in un primo momento, ad intercettare il telefonino del latitante nella zona di Porto Recanati. Successivamente il suo cellulare agganciò la cella di Ascoli Piceno, dando così modo ai militari di restringere il campo delle ricerche nel capoluogo piceno. Venne arrestato nel giugno 2009, poco prima di essere dimesso dall’ospedale.

L’accusa è di evasione e possesso illecito di documenti contraffatti, ed oggi il Giudice Onorario, Paola Mariani, ha ascoltato uno dei militari che all’epoca dei fatti partecipò alle attività investigative. Il processo è stato rinviato il 26 febbraio prossimo.


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