ASCOLI PICENO – Come un pugile suonato, che vince ai punti ma ne ha prese così tante che è costretto sul letto, in stato confusionale. Così è il Pd nazionale e così ancor di più quello marchigiano e piceno, relegato a comprimario dall’avanzata incredibile dello tsunami grillino. Francesco Ameli dei Giovani Democratici commenta così: “Ovviamente le aperture fatte al Pd da parte dell’imbonitore Berlusconi non vengono prese in considerazione. Di certo ritengo utile e necessario un dialogo con il Movimento e con la lista Monti. Saremo a disposizione per essere utili all’Italia su punti essenziali: riforma delle istituzioni, costi della politica e partiti, moralità pubblica, difesa dei ceti deboli e lavoro. Poi si tornerà inevitabilmente al voto, e lì avremo il vero banco di sfida”.

Secondo il giovane esponente ascolano “la coalizione di centrosinistra ha avuto una proposta o meglio una comunicazione politica purtroppo non adeguata ai tempi. Troppo impostata sul “rigore” politico seppur orientato con una visone progressista, senza uno slancio tale da convincere i tanti nostri elettori. Molti dei miei amici non vedevano nella proposta della coalizione “Italia Bene Comune” la speranza necessaria. Eppure all’interno del nostro programma ci sono le migliori proposte per il problema primario dell’Italia, cioè il lavoro e lo sviluppo. L’alleanza con Sel purtroppo non ha regalato i risultati sperati, l’accentramento del partito di Vendola ha portato qualche punto di valore aggiunto ma non abbastanza da sostituirsi a quelle tante persone più a sinistra del Pd che hanno scelto in molti casi di votare il MoVimento piuttosto che Sel”.

Si parte dall’autocritica: “Siamo stati dietro all’Imu di Berlusconi senza fare una proposta alternativa anticipata, semplice da ricordare e da monetizzare in poco tempo con obiettivo le fasce sociali più penalizzate dalla crisi economica: dai pensionati alle piccole imprese, dai dipendenti pubblici alle partite Iva. Abbiamo detto o meglio non siamo riusciti a comunicare come la proposta di Berlusconi era “irrealizzabile”, senza però mai spiegare con chiarezza perché (leggi: in modo spicciolo, facile da ricordare)”. E inoltre: “L’indecisione delle persone era palpabile. Negli ultimi 15 giorni (giorni in cui si decide il voto) invece di essere aggressivi (non solo Bersani!) siamo diventati fumosi senza alcuna chiarezza se non quella finale di voler battere Berlusconi. Siamo incappati nell’errore della sinistra degli ultimi 10 anni, per la gioia di Berlusconi. Il più grande rammarico deriva dal fatto che non siamo riusciti a spiegare in maniera adeguata e concreta le nostre proposte. Proposte serie, progressiste, di sinistra. I circoli non bastano, la mobilitazione territoriale neanche. Nei megafoni mediatici come rete e televisione non abbiamo dato abbastanza”.

La sconfitta marchigiana e picena fa scrivere ad Ameli: “Dire che abbiamo retto non è la risposta adeguata a questo momento, dire che è una non vittoria non è la risposta che i nostri militanti ed i cittadini vogliono sentire”. Per quanto riguarda Renzi: “Forse con lui avremmo vinto? sinceramente non lo so. La storia non è fatta con i se e con i ma. Di certo avremmo avuto un risultato diverso. Ma sarebbe stato bello che tutti coloro che ora invocano Renzi fossero venuti a votare alle primarie dove vorrei ricordare sono andate a votare 3 milioni di persone. Di certo ora le speranze della rinascita passano anche e soprattutto attraverso una persona come Matteo Renzi. E lo dice uno che ha sostenuto fortemente Bersani alle primarie. Ma la ruota gira e si va avanti. E nel partito, secondo me, attraverso Fabrizio Barca”.

“Sul risultato cittadino, il dato del Senato dove ci confermiamo primo partito cittadino è incoraggiante – dice riferendosi ad Ascoli – La presenza di una candidata al Senato ha fatto la differenza. Ma ciò non basta, il risultato deriva anche dall’assenza di under 25. Il nostro compito ora è riallacciarci con quella generazione, e lo potremo fare solo con la chiarezza e l’umiltà ricordandoci due cose che contraddistinguono la sinistra. Che dobbiamo guardare il mondo con gli occhi dei più deboli e che alla meta ci arriviamo cantando o non ci arriva nessuno”.


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