ASCOLI PICENO – Sono passati due giorni dallo scrutinio e mai nella storia della Seconda Repubblica si era in una situazione di tale incertezza. Una vittoria che sembrava in tasca per il centrosinistra che invece non aveva fatto bene i conti con il contaggioso entusiasmo dei grillini e su un Pdl (o megloio, un Berlusconi) che ogni volta viene dato alla frutta ma che anche questa volta ha sfiorato il colpaccio. In questo clima si sono riuniti i vertici del Partito Democratico piceno: il deputato Luciano Agostini, rieletto e unico rappresentante della Provincia, il segretario provinciale Antimo Di Francesco, la candidata al Senato Anna Casini e il rappresentante dei Giovani Democratici Francesco Ameli.

A voler fare il punto della situazione circa il voto nel territrio è stato il segretario Antimo Di Francesco: “L’elezione di Luciano Agostini alla Camera per noi è motivo di soddisfazione. Il dato di fatto inconfutabile di questa elezione è stato l’eccezionale risultato del Movimento Cinque Stelle che ha saputo catalizzare questo sentimento di malessere in questa fase di crisi e questo loro exploit va rispettato. Il nostro partito da un lato riesce a tenere botta ma sono stati commessi degli errori, è stata privilegiata la tattica senza saper intercettare questo disagio ed è giusto non nascondersi dietro un dito. Ora dobbiamo ripartire cercando di potenziare la nostra offerta politica in un’ottica di rinnovamento ponendoci nuovi obiettivi come le elezioni amministrative ad Ascoli il prossimo anno. In quest’ottica il risultato nella città è importante col Pdl che ha dimezzato il proprio consenso e noi non dobbiamo però precludere un dialogo sia col M5S che con le componenti economiche e sociali del territorio”.

“Non abbiamo saputo intercettare non tanto il malessere ma la rabbia dei cittadini – esordisce la prima non eletta al senato per il Pd Anna Casini – la situazione è complessa e qui se posso riadattare uno slogan recente “O si cambia o si muore o si chiude la ditta”.

A concludere è intervenuto il rieletto deputato Luciano Agostini: “In virtù di questa legge elettorale scellerata non c’è stabilità e questo è grave danno per il paese. Chi parla di una rimonta del Pdl dice una sciocchezza in quanto sono passati come partito dal 37% al 20% e come coalizione dal 47% al 29%. Il fatto che un quarto dei cittadini abbiano votato il M5S è stato un vero e proprio terremoto politico e bisogna fare autocritica di non aver saputo interpretare questo sentimento tra la gente, se noi vorremmo essere il motore trainante verso un risanamento di questo paese abbiamo bisogno di un bagno di umiltà a partire dal livello nazionale e regionale che con sufficenza e autoreferenzialità dettano compitino e questo non deve più accadere. Per me questo sarà l’ultimo giro di corsa come candidato: anche se si dovesse votare a breve poi ritornerò a fare il militante, c’è bisogno di rinnovamento ma non solo per una questione anagrafica. Ad Ascoli il risultato del 19% del PDL è un messagio di disagio verso questa amministrazione di centrodestra”.

Prima di congedarsi il deputato si è voluto togliere un sassolino dalla scarpa sui 53 esuberi Carisap: “Eravamo stati facili profeti in patria, ovunque dove capitano fusioni bancarie ci sono piani di ristrutturazione che partono da chi ha ceduto e questo si sapeva, quindi la cosa andava discussa e approfondita di più col territorio e la sua classe dirigente, qui c’è un allontanamento tra banca e territorio. Questa è un’ulteriore mazzate che la zona non si può permettere, Marini Marini può saperne di più di me ma anche nella mia ” povertà culturale” siamo stati facili profeti, ora non vorrei che anche la nuova grande opera della Carisap a Grottammare risulti una cattedrale nel deserto senza portare vantaggi per il territorio”.


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