CASTEL DI LAMA – Una lettera, l’ennesima, di minaccia dai toni forti recapitata nei giorni scorsi all’azienda Terra Nostra di Castel Di Lama,  che si trova sulla Sp Mezzina, tra Offida e Villa S.Antonio. Una terribile angoscia, per la famiglia di Ado Morelli, conduttore della ditta, che dura da parecchio tempo. Una vicenda sinistra, per cui i diretti destinatari delle numerose minacce e attentati incendiari, che nel tempo si sono susseguiti in un crescendo di tensione e paura, non hanno trovato ancora una spiegazione plausibile, né – secondo Morelli – “l’aiuto delle istituzioni”.

“Dal 1 marzo 2010 – spiega Ado Morelli, ex conduttore dell’azienda bio dinamica “Terra Nostra”, in una recente video intervista rilasciata a localmente.org – a causa del rifacimento della Mezzina, che si riversa totalmente nella mia proprietà, ci hanno letteralmente vietato di poter lavorare, e l’azienda è andata verso la totale distruzione. Per ben 39 giorni, siamo stati isolati, e questo anche a causa del menefreghismo delle istituzioni. I lavori di rifacimento hanno creato notevoli problemi e, con la calce che spargevano, 2 ettari di terreno sono letteralmente andati in cenere”.

Il fatto che Terra Nostra si trovasse in un crocevia estremamente penalizzante, immersa completamente nel bel mezzo dei lavori di rifacimento della strada più controversa della vallata, ha rappresentato, dunque, il colpo di grazia definitivo: “A molti, nelle mie stesse condizioni, hanno rifatto gli accessi stradali, mentre il mio è rimasto com’era con tutte le possibili conseguenze che si possono immaginare: la pioggia battente ha creato una vera e propria palude, e in un’occasione siamo stati sommersi da ben 60 mila metri cubi di acqua che poi si è riversata in un’area dei nostri terreni fertili, provocando così ulteriori danni. Ci siamo rivolti all’avvocato Roberto Delli Passeri, del foro di Pescara, citando in giudizio l’amministrazione Provinciale”.

Nel frattempo, il vortice infernale – di una serie di inspiegabili minacce, ricatti e , in un caso, addirittura, percosse, da cui Morelli e la sua famiglia non riesce ancora ad uscire – diventa sempre più stretto ed asfissiante: ” Il 19 luglio 2010 abbiamo ricevuto un attentato incendiario, in cui sono andati in fumo 5 ettari di terreno. Il giorno dopo l’attentato, la gravissima intimidazione:” basta con le denunce, altrimenti bruceremo la casa con voi dentro”. In un altro caso, invece, secondo l’agghiacciante racconto di Morelli, i presunti carnefici, o chi per loro, avrebbero addirittura mostrato il loro vero volto: ”Il 29 dicembre del 2010, da noi, si è presentato un personaggio che, chissà perché, non si è qualificato, dicendomi che se volevamo essere risarciti, dovevamo versare una tangente pari al 30% dell’intero ammontare del risarcimento. In caso contrario, i nostri problemi sarebbero aumentati. Il 25 marzo del 2012, ci hanno fatto visita altri individui, minacciandomi di farmi incarcerare, prima, e di uccidermi, poi. Non solo. Per dimostrarmi che facevano sul serio, uno di loro mi ha colpito con un pugno in faccia, facendomi saltare un dente dalla bocca. Denunce su denunce, ma al momento il silenzio assoluto”.

“Ora basta, zitti. Andate via prima del 20 marzo, o vi scanniamo come maiali”, è l’ultima pesantissima minaccia, ricevuta il 5 febbraio scorso da Ado Morelli, con una lettera anonima. “Abbiamo dei sospetti – chiosa Morelli-. Purtroppo, non abbiamo prove certe per fare dei nomi”.


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.