ASCOLI PICENO – Con una lunga lettera l’ex deputato dell’Udc Amedeo Ciccanti saluta i propri elettori dopo dodici anni da parlamentare. La pubblichiamo integralmente.

Cari amici,

ieri si è concluso il mio mandato parlamentare alla Camera dei Deputati. E’ stata un’esperienza meravigliosa! Per chi ha passione politica e ritiene le istituzioni democratiche una sede nobile ed essenziale per servire un popolo ed una Nazione, è portato a testimoniare e profondere il suo impegno politico con la mente e con il cuore, riversando in esso i suoi migliori talenti. Questo ho fatto nei sette anni che sono stato al Senato e nei cinque che sono stato alla Camera!

La mia produzione legislativa e il mio impegno parlamentare è rintracciabile nell’archivio digitale di Camera e Senato, quindi riscontrabile in tempo reale. L’orizzonte della mia testimonianza politica è stato sempre quello dei valori democratici cristiani. Ho quasi sempre rispettato le indicazioni di voto datemi dalla mia comunità politica, ma sui valori non c’è stata mai dissonanza. Famiglia e impresa sono state la mia e la nostra stella polare. Abbiamo potuto incidere poco su questi temi, perché la nostra forza è stata sempre elettoralmente modesta e per di più per sette anni all’opposizione.

La mia lunga esperienza politica è stata maturata nel territorio, ricoprendo tutti i ruoli del governo della Pubblica Amministrazione, sia dello Stato persona che dello Stato comunità. I miei punti di riferimento, pertanto, sono stati sempre gli elettori. Non solo quelli che mi votavano e che mi sono stati sempre vicini, ma anche coloro che appartenevano alla mia comunità. Non sono stato mai espressione di una categoria, di una porzione di territorio o di qualche oligarchia economica o culturale, ma sono stato sempre al servizio del popolo così come lo configura la nostra Costituzione, quindi di quella parte di società più debole che si doveva emancipare economicamente e socialmente.

I valori della mia famiglia, della mia religione e del mio orizzonte politico sono stati quelli della legalità e della giustizia sociale. Non vengo da una famiglia borghese, senza nulla togliere alla borghesia italiana, che ha fatto grande il nostro Paese modernizzandolo. I miei genitori e la mia storia personale appartengono però alla cultura popolare. Non mi sono mai sentito in imbarazzo nel rivendicare i valori di questa cultura e li ho difesi in ogni occasione. Per tali ragioni non ho avuto mai problemi con la giustizia se non come parte lesa ed ho dato tutto me stesso alla politica sin da quando avevo 16 anni. Ho dato tutto anche perché ho ricevuto molto dal mio popolo. Sono stato sempre tra i più votati tra i candidati nei vari appuntamenti elettorali. Quando ho subito qualche delusione non è stata per mancanza di fiducia nei miei confronti, ma a causa di dinamiche elettorali incontrollabili, così come è avvenuto per l’Udc lo scorso 24-25 febbraio.

La mia vicenda politica si è snodata storicamente tra il ventennio della fine della prima repubblica e quello della seconda. Avrei voluto avviare l’inizio della terza inaugurando l’esito di una missione qual è stata quella di ristabilire un sistema proporzionale con un bipolarismo tra forze riformiste e moderate. Invece le cose sono andate molto diversamente, anche se con la riforma elettorale proposta dall’Udc al Senato e lì arenatasi per i calcoli simmetrici di Bersani e Berlusconi, eravamo riusciti a farla condividere da un vasto consenso parlamentare. Abbiamo perso le elezioni in malo modo e con risultati inaspettati. Le nostre ragioni non erano sbagliate! La storia di questi giorni si sta incaricando di certificare che avevamo visto giusto e che quello che dicevamo era vero. I nostri valori e la nostra visione del mondo e dell’Europa è la stessa della Cdu tedesca e della Merkel, cioè della migliore classe dirigente che guida la più forte nazione europea. Siamo inoltre tra i fondatori del Ppe, che è il più grande partito europeo. Non stiamo quindi nel torto! Stanno un passo indietro il Pd di Bersani e il Pdldi Berlusconi, sempre con maggiore affanno. Il partito di Grillo è addirittura fuori orbita: non ha punti di riferimento politici nel mondo e il suo isolamento rischia di essere l’isolamento dell’Italia.

Ritengo, pertanto, che bisogna continuare sulla strada del riformismo che è il vero cambiamento che si radica nelle coscienze e diventa per tale motivo coscienza di popolo. Il populismo invece è una moda. Per battere il populismo bisogna rinverdire e rifondare in forma democratica i partiti. Non c’è democrazia senza partiti. La sconfitta dell’Udc deriva dalla scarsa considerazione che si è avuta del partito da parte di una classe dirigente di vertice che l’ha gestito in termini personali. Questo è stato un grande errore che oggi ci punisce. Dobbiamo ripartire, pertanto, da questo dato storico: ricostruire i partiti, non farsi illudere dalle mode, non farsi fagocitare dalle soluzioni palingenetiche degli “uomini della provvidenza”. Questa ispira gli uomini della Chiesa e il Papa Francesco ne rappresenta l’inveramento.

La politica è quindi una missione e una passione, non si perde con la perdita di una carica. Non abbandonerò pertanto tutti quegli amici che hanno condiviso con me un percorso politico e questa idea di politica che ho voluto ricordare per capitoli. Come avete capito lavorerò per riaffermare il valore dei partiti, sia che si chiami Udc e sia che si chiami in un altro modo. La mia non è stata un’esperienza privata e personale; non è stato un passaggio di fortuna, ma una scelta di vita con traiettorie ben definite che la fortuna o la Provvidenza hanno voluto assecondare. Non è stata un’esperienza di potere che si è esaurita con l’esercizio di un potere. Essa seguiterà con tutti coloro che vorranno ancora scommettere sul nostro Paese e sulla democrazia. Tale convinzione è confortata soprattutto dalla testimonianza che hanno saputo dare in questa ultima campagna elettorale i giovani dell’Udc, che hanno dimostrato una generosità e una consapevolezza dei destini della nostra Nazione che si erano rarefatti nelle coscienze dei più anziani. Sento che non è giusto abbandonare la loro scommessa sul futuro.

Come avete visto tutti abbiamo fatto una campagna elettorale senza risparmio di energie. Senza mezzi e senza una guida politica nazionale, abbiamo dato tutto quello che potevamo: “…non ci è mancato il coraggio, ma la fortuna!”. La dietrologia per biasimare coloro che hanno giocato una partita doppia non ci aiuta a ripartire. All’appello risponderanno i migliori, gli altri si riposizioneranno come nel 2008. Abbiamo ricominciato tante altre volte e lo faremo anche questa volta. Ricominceremo però con i giovani! Lavoriamo per il futuro? Allora spetterà soprattutto a loro costruirlo! Siccome è stato compromesso dalla mia generazione politica, pur non avendo colpe specifiche, è giusto provare a riparare i torti fatti proseguendo con coerenza quella missione che mi ha fatto trovare quasi sempre controcorrente e in minoranza, come una Cassandra.

Grazie di tutto miei cari amici. Grazie per la fiducia e il sostegno che mi avete dato. Grazie per aver capito con me che la strada giusta non era quella che poi si è affermata, perché, purtroppo, non avrà sbocchi. Tra breve bisognerà tornare in trincea per far valere le ragioni della nostra visione della vita e dello Stato. Lì ci ritroveremo. A presto!


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