ASCOLI PICENO – “Salvatore Parolisi, l’eterno imputato”. Lo definiscono così i suoi avvocati difensori. Il caporalmaggiore dell’esercito, condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Melania Rea, è indagato dalla Procura Militare di Roma per “violata consegna”. L’indagine – che sembrerebbe non essere stata mai contestata prima – riguarda episodi che risalgono ad un periodo compreso tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009.

Ma gli avvocati difensori di del caporalmaggiore dell’esercito bollano la vicenda come “un tentativo di spostare l’attenzione su fatti inconsistenti, per sottrarsi al confronto sulle circostanze e sui comportamenti analiticamente rappresentati in tutti gli atti della difesa, che, con adesione totale alle emergenze processuali, ci dicono che Parolisi e’ innocente.”

Nel frattempo è ai blocchi di partenza il ricorso al Tribunale di Nola, la cui istanza verrà depositata dai legali ad inizio aprile prossimo,  in merito alla questione relativa alla patria potestà, tolta a Parolisi dal Tribunale di Teramo. La relazione del consulente nominato dal giudice tutelare, potrebbe essere l’arma vincente della difesa.

“Parolisi ha combattuto e combattera’ con ogni mezzo – affermano i suoi legali -,tralasciando ogni altra questione palesemente infondata e pretestuosa; lo fara’ non solo per se stesso, ma soprattutto per la figlia, alla quale tuttora si impedisce di vedere il padre, nonostante di recente un perito del giudice abbia detto chiaramente che la bambina lo vuole vicino”.


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