ASCOLI PICENO – Non paga la “roba” e comincia un incubo fatto di violente ritorsioni, condite con tanto di minacce e percosse. Il collegio giudicante del tribunale di Ascoli Piceno ha condannato H. A., di 33 anni, e D. I., 35 anni, entrambe di nazionalità albanese, rispettivamente a 8 e 9 anni di reclusione, perché accusati di sequestro di persona, rapina ed estorsione.

I fatti risalgono alla fine dell’estate del 2006 tra Ascoli e San Benedetto del Tronto. Un’ affare di droga che poteva costare la vita a K. Z., 30 anni, residente a Spinetoli ma originario di Belgrado, il quale aveva maturato un debito di 4 mila euro nei confronti dei due albanesi, per l’acquisto di stupefacenti. “Se non saldi il debito ti sbudelliamo”, sarebbero state le parole con cui  – secondo l’accusa – uno dei due presunti carnefici avrebbe impaurito la vittima che, per cercare di stemperare la loro ira, avrebbe consegnato loro un acconto iniziale di 400 euro.

Non contenti, i due aguzzini dalle parole sarebbero passati ai fatti: in un’occasione, infatti, il trentenne di Belgrado sarebbe stato minacciato con un cacciavite, mentre in un’altra sarebbe stato picchiato duramente. Un vero e proprio incubo per K. Z., che per diverso tempo avrebbe avuto il fiato sul collo dei due uomini, i quali – come spesso accade – avrebbero cominciato a colpire anche le persone vicine alla vittima per cercare di chiudere i conti una volta per tutte, presentandosi sotto l’abitazione di un amico di K.Z., minacciandolo e facendosi così consegnare la somma di 700 euro.

Un debito, dunque, di 4000 euro non onorato. Vere e proprie spedizioni punitive per recuperare quei soldi. Quella più eclatante, però, risale al 30 agosto del 2006, quando D. I. e H. A., – insieme ad un altro soggetto – decidono di ingaggiare un vero e proprio agguato nei confronti della loro preda. Secondo l’accusa, infatti, i due pusher, a bordo di una Fiat Brava guidata da H. A.,  decidono di inseguire K.Z., gli tagliano la strada, lo fanno scendere dal suo veicolo e, con un cacciavite in mano, lo costringono a salire sulla loro auto. Uno dei tre avventori si impossessa dell’auto della vittima, abbandonandola qualche chilometro più avanti. Gli altri due, invece, proseguono con il trentenne di Belgrado a bordo che, per tutta la durata del viaggio, subisce pesanti minacce e percosse, fino a quando non riesce a divincolarsi dalla spirale di violenza, riuscendo a catapultarsi dal finestrino dell’auto che in quel momento aveva rallentato ad un incrocio nella zona di San Benedetto del Tronto.

Il tutto davanti agli occhi di due Militari dell’Arma che, dopo aver inseguito la fiat Brava, riescono a precederla e a formare un posto di blocco. Ma il veicolo, con alla guida H.A., non si ferma, tira diritto e, anzi, secondo gli atti d’accusa, cerca di investire uno dei due Carabinieri, che riesce ad evitarla per un pelo. Da qui anche il reato di tentato omicidio che, però, è stato derubricato in lesioni, dal collegio.

Oggi pomeriggio, dunque, la condanna di primo grado inflitta dal tribunale di Ascoli Piceno, con il pagamento, inoltre, di una provvisionale, a titolo di risarcimento, di 10 mila euro a beneficio della vittima,K. Z. . Entro 90 giorni la motivazione della sentenza e poi i legali difensore di D.I. e H.A. proseguiranno con il ricorso in appello.


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