ASCOLI PICENO – “Trattamento illecito di dati personali”, è il reato per cui è indagato uno dei manager della Pfizer di Ascoli Piceno, nei confronti di un dipendente dello stabilimento. Nell’avviso di “fine indagini”, recapitato al dirigente qualche giorno fa, il magistrato contesta all’azienda di aver violato una cartella file, protetta da password e username, all’interno del pc assegnato al dipendente.

G.A., da anni lavoratore dipendente dell’azienda leader in prodotti farmaceutici, nella prima decade del settembre del 2009, avrebbe ricevuto il benservito dai vertici della ditta attraverso una comunicazione scritta, che ne decretava la sua momentanea sospensione. L’aver “procurato un grave danno di immagine all’azienda”, sarebbe stata la motivazione che avrebbe indotto la dirigenza aziendale ad allontanarlo. G.A., infatti, secondo il provvedimento disciplinare, si sarebbe divertito a scaricare immagini pornografiche e a scimmiottare i vertici aziendali con dei fotomontaggi di volti di personaggi noti del cinema. Il tutto contenuto nel pc assegnatogli dalla ditta per svolgere le sue mansioni.

La vicenda, però, si sarebbe ulteriormente inasprita una settimana dopo dalla prima lettera di contestazione ricevuta da G.A.., quando la ditta avrebbe rinvenuto nel suo computer un’altra cartella contenete immagini, stavolta, di tutt’altra natura: loghi fascisti e frasi politiche che, a dire dell’azienda, avrebbero leso nuovamente l’immagine della società.

Da qui alla sospensione del dipendente , il passo è stato, dunque, brevissimo. Non solo. G.A, infatti, avrebbe ricevuto una seconda lettera di ammonimento e, durante lo svolgimento delle sue funzioni, sarebbe stato, inoltre, raggiunto dagli agenti della security dello stabilimento e scortato fuori l’edificio.

Il tutto sarebbe emerso in seguito ad attività di manutenzione dei pc dati in dotazione ai dipendenti, tra cui quello assegnato a G.A.. Operazioni che, però, sarebbero state condotte violando password ed username del dipendente in sua assenza, perché in ferie.

G. A. ha, così, denunciato la ditta per trattamento illecito dei dati personali, poiché l’attività di controllo informatico doveva essere preceduto da una apposita informativa e con tanto di consenso scritto, oltre al fatto che le immagini incriminate non sarebbero state mai, ne pubblicizzate e ne diffuse.

Ricevuto l’avviso di fine indagine, qualche giorno fa dal Pm Cinzia Piccioni, il manager ha ora 20 giorni di tempo per rilasciare dichiarazioni o depositare memorie difensive. Dopo, la Procura potrà decidere se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio o propendere per l’archiviazione.


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