ASCOLI PICENO – La Pubblica Accusa ha chiesto 9 anni di reclusione. il giudice ha concesso, invece, una perizia psichiatrica per stabilire se quel 10 gennaio scorso, Ahmed Benadi, fosse in se mentre palpeggiava la sua vittima, dopo aver tentato di spogliarla. Il giudizio abbreviato di questa mattina, davanti al Gup Rita De Angeli ed al Pm Carmine Pirozzoli, si è così concluso con la decisione del giudice di concedere una perizia psichiatrica ad Ahmed Benadi, marocchino di 41 anni, accusato di violenza sessuale, rapina e lesioni aggravate ai danni di una donna di 40 anni.

I fatti risalgono al 10 gennaio scorso, quando la quarantenne, avvicinata dal nordafricano nei pressi della stazione ferroviaria di San Benedetto del Tronto, secondo l’accusa, fu costretta a seguirlo in una pinetina, abbastanza appartata e buia, e li il suo aguzzino tentò di spogliarla, dopo averla ripetutamente palpeggiata.

Le urla della vittima lo misero in fuga, ma lui riuscì a rubarle il telefonino. La donna finì all’ospedale, con lesioni guaribili in 10 giorni, e l’arresto, da parte degli agenti del commissariato di San Benedetto, avvenne un paio di ore dopo l’aggressione. Ahmed Benadi, difeso dall’avvocato Umberto Gramenzi, è sotto processo per un altro episodio analogo, avvenuto qualche giorno prima, la notte tra il 4 ed il 5 gennaio scorso, in un locale isolato poco distante della stazione ferroviaria di Pescara.

Il nordafricano si sarebbe, infatti, macchiato dello stesso reato, compiuto ai danni di una trentenne ascolana, questa volta, però, con l’aiuto di un suo complice. Anche in questo caso, l’uomo avrebbe sottratto alla sua vittima un cellulare e 50 euro circa. Attualmente detenuto nel carcere di Marino del Tronto, Benadi si è già confrontato con la sua presunta vittima, nell’udienza di metà maggio scorso, proclamandosi innocente, sostenendo, inoltre, che sarebbe stato aggredito a sua volta dalla donna con un morso secco all’inguine. Lei, invece, ha confermato, anche se in parte, di aver subito violenza.

Il prossimo 19 giugno, data del rinvio dell’udienza, giureà il perito che dovrà stabilire la capacità di intendere e di volere dell’imputato, al momento dei fatti.


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