ASCOLI PICENO – Un addio lungo 90 pagine, piene di ricordi e poesie dedicate a Giorgio dal suo papà, Alessandro Centinaro, Presidente del Tribunale di Fermo e uomo di lettere. Un’esigenza, quella di ricordare il figlio attraverso le parole, manifestata subito dal magistrato attraverso moltissime liriche come: “Canto del figlio”, “Dove tu sei”, “È fiorito a gennaio il tuo ciliegio”. Il libro, uscito da poco, è edito da Fazi Editore.

Giorgio si era distinto, alle elementari, partecipando a concorsi di poesia. Per i cari del ragazzo una poesia in particolare, scritta in V° elementare ed intitolata “Senso della vita”, è divenuta l’unica chiave per comprendere le motivazioni del gesto terribile con il quale il sedicenne ha deciso di porre fine alla sua vita. Ne parliamo con Alessandro Centinaro.

Signor Alessandro, la ricerca del “senso” è un po’ il motivo della sua ultima opera ed è anche il legame letterario con suo figlio. Vuole spiegare quale significato ha dato, dopo la tragedia, alla poesia scritta da Giorgio alle elementari?

Forse quella sua poesia conteneva un presagio…Giorgio era una persona di  alta sensibilità, e molte volte, anche nelle cose che scriveva, poneva il problema del male, sia il male che viene dall’uomo,  sia quello che non viene dall’uomo, e che sembrerebbe incompatibile con l’esistenza di un Dio Persona… lo spirito umano conosce l’eroismo dello slancio oltre il male ed oltre la paura, ma avverte anche la fondamentale impotenza della sua risorsa più grande, che è l’amore.

Dopo la morte del ragazzo, lei ha sentito subito l’esigenza di ricordarlo attraverso delle poesie e questo scritto, a quale delle liriche è più legato e perché?

La poesia in cui parlo del miracolo del ciliegio (“È fiorito a gennaio il tuo ciliegio”n.d.r.). Quel ciliegio piantato da Giorgio è realmente fiorito a gennaio, due mesi dopo la tragedia, il giorno stesso del compleanno della madre..i botanici non sanno spiegarlo.

Quanto ha impiegato a scrivere “Il ragazzo che volò dal ponte”?

Ci ho lavorato a più riprese nel giro di circa 3 mesi. È stata anche una terapia.

Come protagonista, purtroppo, di un avvenimento di questa triste portata, cosa si sente di consigliare agli adolescenti che possono sentirsi smarriti nel passaggio all’età adulta?

Di  alimentare dentro di sé  la fiducia, la fiducia nell’appartenenza all’umanità: ciascun essere umano è una creatura desiderante e dolente, e la coscienza è per sua natura infelice, perché sappiamo che moriremo, ma nel mare dell’umano, e nel circolo dello spirito, nulla si perde di ciò che è l’individuo, tutto si conserva, pur se si trasforma.

 

 

 

 


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