ASCOLI PICENO – Dopo la trattativa saltata con l’imprenditore campano Luigi Izzo, l’Ascoli Calcio si avvia verso settimane che definire di passione è riduttivo. Con l’addio di Costantino di Nicoletti, le cui dimissioni verranno presentate domani nell’assemblea straordinaria in sede (sotto la quale dalle 9 manifesteranno i tifosi), la proprietà bianconera dovrà decidere se presentare una richiesta di concordato preventivo, ovviamente entro l’istanza di fallimento di martedì mattina in tribunale, quando il giudice Raffaele Agostini esaminerà le carte pervenutegli e deciderà il da farsi. Potrebbe, dunque, essere l’ultima partita interna dell’Ascoli Calcio 1898, a 42 anni dalla sua nascita. Era il 1971, infatti, quando Costantino Rozzi, al timone della società da tre anni, cambiò il nome della squadra, prima chiamata Del Duca Ascoli.

Mister Giordano, si immaginava negli anni in cui segnava per il Picchio di essere l’ultimo allenatore di quella stessa storia?

“Innanzitutto, spero che non sia l’ultima partita. Certo, quando andai via da giocatore era impensabile questa situazione. Come lo era anche nel 2007 in cui l’Ascoli stava in A.  A volte, però, ci sono dei cicli che possono finire e ripartire, come nel caso del Napoli o della Fiorentina. Passa qualche anno e tornano a livelli europei. Purtroppo a volte serve toccare il basso per risalire. Io spero che non sia questo il caso. Lo spero per la gente ascolana che vive di calcio. Il calcio qui è tutto e deve rimanere, perché appartiene ai tifosi”.

La squadra sente il momento storico particolare?

“Vorremmo essere tutti più sereni, ma in questa categoria sono poche le società che sono serene sotto tutti i punti di vista. In ogni caso, devo ammettere che per noi qui al campo non manca niente e, da quando sono arrivato, le trasferte sono state fatte in modo più che dignitoso. Certo, Ascoli ha un’altra tradizione, una storia, un pubblico. Ma il gruppo lo sa: siamo in ballo e dobbiamo ballare. Domani giocheremo per regalare tre punti ai tifosi. E vorrei che domani ci sia tanta gente, che mettano per una volta da parte le loro ragioni per non entrare, e che ci spingano alla vittoria. Lo devono fare per la loro passione, a prescindere dall’accanimento verso singole persone. Questo è un gruppo che merita di avere il sostegno dei tifosi”.

Siamo anche a pochi giorni dall’anniversario della morte di Costantino Rozzi.

“Dobbiamo passare una bella domenica anche per la memoria del Presidente, che non c’è più ma rimane il Presidente. E poi, con una vittoria è più bello farci gli auguri per le feste”.

Di fronte c’è comunque una buona squadra come il Gubbio.

“E’ una formazione ben organizzata col suo 3-5-2, fisica, soprattutto in mezzo al campo. Noi ci presenteremo con qualche problema fisico: Malatesta, Storani e Grilli non sono al meglio. Ma dobbiamo dare tutto dato che alla sosta mancano solo 180 minuti”.

Cosa vuole dire ai tifosi?

“Di starci vicino. Questo è un gruppo che lotta e si impegna, che merita il sostegno della gente. Le persone mi fermano per strada, a loro piace parlare di pallone. Dico a tutti di avere fiducia e speranza”.

Se l’Ascoli fallisce ha già in mente cosa fare?

 

“Non me lo sono mai chiesto. Dipende da ciò che avviene dopo, se c’è qualcuno pronto a subentrare. Per me è  la prima volta, visto che a Pisa e Catanzaro è sempre successo a fine campionato”.

Il tecnico per la sfida ha convocato diciotto giocatori. Assente Malatesta, a causa di un virus influenzale. Torna, invece, Bianchi, dopo il lungo infortunio. La squadra oggi seguirà la consuetudine delle ultime gare interne: pomeriggio di relax al ‘Cinema Piceno’, quindi cena da ‘Mister Ok’. Questa sera, poi, il tecnico Giordano, il vice Vallesi e capitan Pestrin interverranno per salutare i tifosi alla cena organizzata dal gruppo ‘Veterani ’74’ a Villa Angelini.


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