Ascoli 0

Frosinone 1

ASCOLI: Pazzagli; Scalise, Giacomini, Schiavino, Pestrin (cap.), Scognamillo, Gandelli, Carpani, Malateta, Tripoli, Capece. A disp: Russo, Di Gennaro, Oddi, Iotti, Grilli, Giovanjini, De julis. All: Giordano.

FROSINONE: Zappino, Ciofani M., Crivello, Russo, Carrus, Blanchard, Frara (cap.) (41′ pt Altobelli), Paganini, Ciofani D., Gessa, Curiale. A disp: Mangiapelo, Bertoncini, Frabottw, Soddimo, Cesaretti, Aurelio. All: Stellone.

Arbitro: Barone di Firenze

Rete: Curiale al 7′ st

Spettatori: 6.739, di cui 281 abbonati, per un incasso di 61.632 euro

ASCOLI PICENO – Si dice che la storia è fatta anche di numeri. E quella dell’Ascoli Calcio oggi ne ha un altro: 6.739. Erano tanti, infatti, i tifosi presenti in occasione della sfida di questo pomeriggio col Frosinone. Una tifoseria ritrovata, a sostegno di una squadra, ma soprattutto di una società, fallita nemmeno venti giorni fa. I colori bianconeri oggi erano più nitidi che mai sul prato dello stadio ‘Del Duca’. La curva piena, la coreografia, le sciarpate, i cori e gli applausi ad ogni scivolata di un giocatore ascolano: sensazioni che si erano perse negli ultimi mesi, quasi annientate da una gestione scellerata di un patrimonio sportivo cittadino. Ora, però, quei gradoni (speriamo anche nelle prossime volte) sono tornati ad urlare la passione per il Picchio. Peccato per la sconfitta contro gli uomini di Stellone, immeritata tra l’altro, arrivata con una punizione di Curiale deviata dalla barriera e dopo un rigore sbagliato da Tripoli, oltre ad una serie di occasioni sprecate a tu per tu con Zappino.

La gara non inizia alle 14,30 con il fischio di Barone. Inizia prima, fuori dallo stadio. Dove tifosi, vecchi e non, si incontrano sotto i propri settori, dai quali mancavano da tempo. Chi per disamore verso il calcio, chi perché non ha potuto ma oggi non voleva mancare, e chi, la maggior parte, in profonda rottura con la gestione Benigni. Ma la passione oggi ha vinto e al Del Duca, quest’oggi, l’orgoglio ascolano ha vinto. C’era attesa per la coreografia, che puntuale, allo scendere in campo dei ventidue, ha svelato i suoi colori (foto). Quindi l’inizio della gara e la prima occasione di Gandelli dopo neanche sessanta secondi: sinistro sul secondo palo deviato in angolo e giù, il boato dello stadio. Intanto ecco i cori per Castori e Soncin, presenti in curva sud con tanto di sciarpetta al collo. In tribuna, invece, oltre a Nicoletti che immortalava la sud Rozzi (foto), i tanti sindaci del comprensorio piceno, invitati e guidati dal primo cittadino ascolano Castelli e dall’assessore allo sport Brugni. Quindi le sciarpate, i fischi contro ogni decisione dubbia, l’espulsione di Gessa e il fischio del rigore. “Con tutto questo pubblico l’arbitro non ha avuto dubbi a darlo…  ” dirà in sala stampa Giordano, uno che sa quanto può incidere in campo il pubblico dell’Ascoli. Infine i tre fischi e la sconfitta: pazienza, oggi era comunque una festa. I giocatori sotto la curva e i loro tifosi ad applaudire e a cantare. “Noi siamo la storia” recitava il megastriscione.

Come detto, in questa prima giornata di ritorno, arriva una sconfitta. Di misura, come all’andata allo stadio ‘Matusa’ di Frosinone. Prima mezz’ora a grandi ritmi per l’Ascoli: detto dell’occasione lampo di Gandelli, ecco due tentativi di Capece: prima al volo di sinistro, quindi di destro, entrambe dal limite dell’area ed entrambe pericolose. Al 10′ era stato Gessa a creare un pericolo per i suoi sfruttando un errore di Giacomini. Ma l’Ascoli non teme l’avversario, anzi: macina gioco, pressing e occasioni. Come quella creata dall’uno due nello stretto tra Tripoli e Malatesta, con l’ultimo che di tacco apparecchia in area per l’ex Varese, il cui destro è però intuito da Zappino.  Scalise spinge sulla fascia e da due suoi traversoni nascono altre chances di andare in vantaggio: ma prima Tripoli, poi Malatesta non trovano la giusta deviazione. Al 31′ grande occasione ospite: una spizzata in mischia da corner libera Blanchard a mezzo metro dalla porta, ma la sua deviazione è clamorosamente alta. Passano pochi minuti e l’Ascoli è di nuovo vicino all’1-0: Malatesta ruba palla ad un difensore e si lancia a rete, ma il portiere ospite è bravo a respingere la conclusione ravvicinata.

La ripresa si apre con l’espulsione di Gessa: l’esterno destro di Stellone, così come nel primo tempo, entra male su Giacomini e riceve il secondo giallo. Ma passano 5′ e il Frosinone fa gol: punizione a giro di Curiale, la barriera alza la traiettoria e sorprende Pazzagli già in tuffo. Ma al 13′ l’Ascoli spreca il jolly dei jolly: Malatesta in area anticipa un difensore che lo atterra. E’ rigore netto. Sul pallone va Tripoli, ma il suo tiro basso è intuito da Zappino sulla sua sinistra. E’ il quarto rigore su quattro assegnati fallito dal Picchio in campionato. Se non è una maledizione poco ci manca. Uscito Pestrin per infortunio, esce anche Malatesta per stanchezza. La sorte è affidata ai giovani di Giordano. Prima Carpani (tra i migliori) quindi Gandelli ci provano da fuori area, ma Zappino è bravo a respingere. Arriva, poi, l’espulsione anche di Capece, sempre per doppio giallo, e l’ultima occasione del match: colpo di testa sul primo palo di Giacomini su mischia da corner e la palla che sfiora il legno. Non servono i 4′ di recupero. La sconfitta contro la seconda del torneo resta. Ma anche l’orgoglio. Di una tifoseria che non retrocede e non fallisce. Ma canta, canta il suo amore per l’Ascoli Calcio.


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