ASCOLI PICENO – In una lettera inviata a rappresentanti istituzionali tra cui anche il Soprintendente della Regione Marche, il presidente della sezione di Italia Nostra di Ascoli Piceno, Gaetano Rinaldi, presenta le criticità relative ai lavori di scavo della tangenziale nord di Ascoli Piceno, nei pressi dell’antico convento di Sant’Ilario, per realizzare una rotaria.

“E’ augurabile che sia stata effettuata un’opportuna segnalazione alla Soprintendenza Archeologica per gli accertamenti del caso e le eventuali autorizzazioni necessarie, tenuto conto del fatto che la zona interessata ai lavori presenta elevate probabilità di ritrovamenti archeologici – scrive Rinaldi – Non vorremmo che si ripeta quanto occorso in occasione della realizzazione, proprio in quella zona, del parcheggio dell’ex Gil, che comportò ciclopici lavori di scavo, sembra senza il preventivo coinvolgimento della Soprintendenza. Solo a lavori quasi completati, accortasi di quanto si stava verificando, la compianta responsabile della Sezione Archeoclub di Ascoli Piceno, professoressa Mariolina Massignani provvide ad informare del caso la Soprintendenza. L’immediato intervento per i dovuti controlli risultarono, peraltro, completamente inutili. Infatti fu trovato solo un enorme fossato vuoto senza che ci fosse, ormai, alcuna possibilità di accertare l’esistenza di reperti e testimonianze di valore archeologico”.

“Anche se in merito, leggenda metropolitana forse, a più riprese si parlò di molti reperti rinvenuti. E’ certo comunque che nel terriccio portato in un campo, sito nei pressi degli scavi effettuati, risultavano presenti, così fu affermato, pezzi di ceramica e, sembra, alcune monete antiche – continua il presidente di Italia Nostra – Per evitare che si ripeta quanto accaduto in quella occasione, riteniamo opportuno fare questa segnalazione per tutti gli urgenti accertamenti che il caso richiede”.

E dunque: “Segnaliamo il caso anche alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per gli eventuali interventi ritenuti opportuni, dovendo la zona interessata ai lavori ritenersi particolarmente pregiata per evidenti valori paesaggistici, la cui integrità appare gravemente compromessa, e per la contigua presenza di monumenti come la Chiesa di Sant’Ilario e il Tempio di Sant’Emidio alle Grotte, il cui fascino verrebbe gravemente minacciato dai lavori iniziati”.


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