ASCOLI PICENO – Ha scritto al sindaco di Ascoli Guido Castelli e alla comandante dei Vigili Urbani Patrizia Celani. Motivo? La rinuncia del parcheggio gratuito offerto in concomitanza con i lavori in Piazza Ventidio Basso, a causa dell’ennesimo litigio con un vigile urbano. Riportiamo di seguito la lettera di Massimiliano Berardi, eliminando, per motivi di riservatezza, alcuni dei nomi riportati.

Oggetto: rinuncia all’utilizzo del parcheggio interno al comando di Polizia Municipale

Con la presente volevo innanzitutto ringraziare il Sindaco e il Comandante della Polizia Municipale di Ascoli Piceno per la possibilità che mi era stata data, come a tutti i residenti della mia zona in concomitanza con i lavori per la sistemazione di Piazza Ventidio Basso, di poter parcheggiare le mie autovetture, in famiglia ne abbiamo due, all’interno del comando di Polizia Municipale e volevo altresì ringraziare la “quasi totalità” degli agenti di Polizia Municipale per la disponibilità e la cordialità dimostrata nei miei confronti.

Mi sento però obbligato a scrivere questa lettera per comunicare la mia decisione di non usufruire più del parcheggio a causa di quanto accaduto più volte con l’agente matricola **** che ho già riportato con la segnalazione del 3 aprile scorso e soprattutto alla luce di quanto accaduto ieri 28 aprile intorno alle ore 15.

I fatti di ieri sono questi:

sono entrato, come solitamente faccio, con mia figlia Beatrice per ritirare la Fiat Punto di mia moglie e arrivato alla sbarra questa non si è alzata in automatico com’è sempre accaduto da quando usufruisco del parcheggio.

A questo punto sono sceso dalla vettura, lasciandola davanti alla sbarra abbassata, e sono entrato al Front Office, dove l’agente **** mi ha invitato a “smarcarmi” (?) per uscire avendo lui bloccato l’automatismo della sbarra e dopo un’accesa discussione dove ho affermato la non necessità di dovermi qualificare, come indicatomi dalla Dr.ssa Celani nel cortese incontro del 9 aprile scorso, e alla richiesta di parlare con il comandante o con un superiore mi è stato detto di no da parte del *** perché lui non poteva far entrare “cani e porci” all’interno del parcheggio allora, mentre mia figlia piangeva vedendomi alterato, sono salito al piano di sopra cercando qualcuno con cui parlare e magari un superiore cui dire l’accaduto però non trovandolo e non avendo riscontro da parte delle due persone, una di queste era un’agente, sono risceso all’ingresso dove il *** ha preteso i miei documenti, adducendo la scusa che stavo bloccando l’accesso al comando (?, lui non mi aveva fatto uscire), per eseguire la mia identificazione (?) portando con sé la mia patente e il libretto dell’auto.

Alla fine, dopo avermi identificato, mi ha permesso di lasciare il comando.

Ora, nonostante che le mie autovetture abbiano il permesso per residenti esposto, per evitare di incappare in ulteriori vessazioni da parte dell’agente *** ho preso questa decisione di non usufruire del parcheggio.

Cordiali Saluti.


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