Pubblichiamo una nota di Valentina Bellini, consigliere comunale Pd

“Anche il 2 luglio non potrò partecipare al Consiglio Comunale convocato molto poco opportunamente alle 10 del mattino quando si svolgono molte attività lavorative. Prendervi parte significherebbe interrompere per quel giorno gli Esami di Stato e danneggiare i ragazzi che li stanno affrontando.

Del resto il nuovo giovane Presidente del Consiglio forse non si rende conto di questa difficoltà che non credo sia solo mia;  non perché non lavora, come succede purtroppo a tanti suoi coetanei ascolani, ma perché probabilmente considera e ha sempre considerato  la sua attività politica come un vero e proprio lavoro, una fonte di reddito. Legittimo,  ovviamente, ma sarà il caso che gli si faccia sapere che,  fortunatamente, non per tutti è così.

C’è chi fa politica per servizio e passione e deve conciliarla con l’attività che gli dà da vivere.

Nonostante le prime difficoltà, comunque, il mio impegno e quello del gruppo a cui appartengo saranno sempre vigili e costanti.
Siamo consapevoli di non avere davanti una forza di governo che vuole incidere compatta sulla città per migliorarla, magari con un progetto diverso dal nostro,  con cui aprire un confronto aspro e costruttivo.

Sappiamo bene che la formazione delle 12 liste a sostegno del sindaco Castelli non rispondono ad esigenze politiche o amministrative. Del resto, Castelli avrebbe vinto ugualmente viste le centinaia di migliaia di euro utilizzate per
sostenere una campagna elettorale durata cinque anni (a proposito: a quando una rendicontazione trasparente delle risorse utilizzate?).

La vera ragione delle liste personali e padronali, studiata a tavolino, era vincere sugli  antagonisti interni alla coalizione.

Abilmente Castelli è riuscito a disinnescare le ambizioni di tutti i suoi più stretti sostenitori politici relegandoli ora al ruolo di semplici comparse. Chi prima poteva vantare la paternità ed il comando di veri e propri gruppi consiliari che potevano influenzare il voto in aula ora, con la frammentazione dovuta alle dodici liste, si ritrovano isolati ed incapaci di influenzare politicamente il governo della città. Lo sfarinamento sulle scelte strategiche per Ascoli sarà totale; e dunque non si affronteranno mai i veri problemi che contano.

Oltre alll’abile azione di depotenziamento dei propri sostenitori, Castelli è riuscito anche ad assicurarsi, abilmente, il comando degl’altri Partiti della coalizione di centro-destra con Marco Fioravanti per Fratelli d’Italia e Cesare Celani  per NCD

Per il primo, Castelli non ha mai fatto mistero della sua predilezione; del resto basta ricordare gli accorati sms del sindaco durante la campagna elettorale, in favore del suo protetto.

Per il secondo, siamo sicuri che Castelli si sarà adoperato non poco presso le sue conoscenze nei palazzi di chi conta,   affinché Celani prendesse il comando del NCD defenestrando Travanti. L’imposizione di Fioravanti a presidente del Consiglio ha di fatto neutralizzato il peso politico di Trenta e Natali, guarda caso due consiglieri regionali; e il dubbio che ciò sia stato fatto a vantaggio  di Piero Celani per le prossime regionali è legittimo.

Altri depotenziamenti significativi quelli di Silvestri e Di Micco, che pure sono stati bacini di voto molto significativi. Quasi invisibile, poi, l’altro grande portatore di voti, e cioè la ditta Lattanzi&Lattanzi, praticamente resi trasparenti politicamente.

Più interessante è chiedersi il perché dell’inserimento in giunta del transfuga Filiaggi, che non crediamo sia stato incaricato di deleghe in base a competenze professionali o strategico-politiche; probabilmente il suo contentino  è frutto di precisi  accordi che superano i confini comunali di cui aspettiamo i futuri sviluppi. Oltremodo poco edificante è la fuga di Tega verso l’assessorato ai LL.PP. mandando così allo sbaraglio il neo eletto Gibellieri il quale dovrà affrontare, da solo, il gravoso compito di sistemare la disastrosa condizione economica dell’ente, colpito di recente dalla oramai ben nota calamità elettorale; a Gibellieri ci sentiamo di rivolgere i nostri migliori auguri di buon lavoro, visto che dalla sua professionalità e competenza, dal suo rigore e dalla sua rettitudine, su cui non nutriamo il benchè minimo dubbio, dipenderanno in larga parte le sorti future di questa nostra povera città.

Ancora niente possiamo dire sulla componente femminile della Giunta, di cui nulla si sa in termini di competenze specifiche e per la quale ci si augura, come cittadine ascolane, che si differenzi dalla precedente, caratterizzata da molto presenzialismo e azioni di facciata e poca incisività sui temi e sulle  emergenze. Che, però, per identificare qualche assessora si faccia riferimento alle
parentele coniugali non è per quel che ci riguarda un buon inizio.

Su questi giochi di figurine e sui posizionamenti personali si è basata la campagna elettorale e purtroppo si baserà l’attività dei prossimi mesi ed anni: se per cinque anni l’unico pensiero di Castelli è stato quello di assicurarsi la riconferma elettorale e su quella attività ha dato prova di abilità straordinarie a tutto discapito delle azioni veramente significative per Ascoli, nei prossimi, non sappiamo ancora quanti, il suo obiettivo sarà quello di depotenziare, ricompensare, emarginare o sollecitare tutti gli uomini e le
donne della sua Corte con l’unico scopo di controllarli e utilizzarli per i propri personalissimi destini politici futuri ; e non certo per il bene della città.

Questi, a loro volta coltiveranno -l’un contro l’altro/a armati- velleità di posizionamenti migliori rispetto al Principe e rispetto al potere. Sarà il loro unico pensiero, purtroppo. A Versailles, alla Corte di Re Sole,  si faceva così. E intanto di quello che succedeva a Parigi e in Francia non importava niente a nessuno.

Ci fu bisogno molto tempo dopo della Rivoluzione per rimettere in piedi un Paese stremato.”


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