ANCONA –  Goletta Verde l’iniziativa di Legambinete per valutare il grado di inquinamento dei mari italiani è arrivata anche nelle Marche e il 6 agosto hanno visionato l’area del Conero . Adeguare il sistema di depurazione, fermare il consumo di suolo, definire un piano stralcio per la manutenzione del territorio, continuare con forza e convinzione verso l’istituzione dell’Area Marina Protetta del Conero. Queste sono le proposte che Legambiente lancia dopo il passaggio della Goletta Verde nelle Marche.

I risultati del monitoraggio scientifico effettuati dai tecnici di Legambiente, dove le foci dei fiumi e torrenti risultano ancora una volta sotto scacco, confermano la necessità di affrontare il problema della depurazione con forza e come la vera priorità per questa Regione. Gli interventi per l’adeguamento e l’ammodernamento dell’infrastruttura per il trattamento dei reflui urbani ormai non possono più aspettare, come ricorda anche la procedura d’infrazione arrivata nei mesi scorsi e che vede 46 agglomerati urbani marchigiani nei quali sono state riscontrare anomalie circa il trattamento dei reflui urbani.

Fissare un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere dalledificato di almeno un chilometro dal mare è l’altra urgenza che Legambiente rilancia alle Regione. Quasi il 60% della costa marchigiana è sparita sotto il cemento, secondo lo studio di Legambiente, lasciando liberi dall’urbanizzazione i 26 km di costa ricadenti nelle due grandi aree protette, il Parco Regionale del Monte Conero e il Parco Regionale del Monte San Bartolo. Il 64% del consumo verificatosi tra il 1988 ed il 2006 (circa 4,5 km) è avvenuto per usi prettamente urbani (residenziali e servizi annessi); il restante 36%, quindi 2,5 km, consiste in opere infrastrutturali e industriali. Nonostante la Legge Galasso del 1985, ultimo momento di vera attenzione nei confronti della tutela del patrimonio costiero, nelle Marche dall’entrata in vigore di quella legge ad oggi sono spariti altri 7 km di costa.

La fragilità del territorio che vede il 99% dei comuni marchigiani a rischio idrogeologico e la condizione dei corsi d’acqua mettono in luce la necessità di arrivare alla definizione di un piano stralcio per la manutenzione del territorio che definisca le priorità delle azioni da mettere in campo e stabilisca gli interventi più urgenti da avviare al più presto.

Inoltre, la prospettiva dell’Area Marina Protetta del Conero rappresenta una grande opportunità e un’idea di futuro in grado di qualificare e rendere attraente e competitiva tutta la Regione anche in vista della MacroRegione Adriatica Ionica in cui il valore ambientale e la valorizzazione del mare sono ai primi posti delle leve su cui puntare.

“Cambiare rotta non è solo necessario ma urgente – dichiarano Luigino Quarchioni e Francesca Pulcini, presidente e vicepresidente di Legambiente Marche -. Il futuro, la qualità e la competitività della nostra Regione e le prospettive che il nostro territorio saprà darsi, passano da alcune priorità che non sono più rinviabili e che chiediamo a tutte le istituzioni di mettere subito in agenda. A pochi mesi dalla chiusura di questa legislatura chiediamo alla Regione di accelerare sull’approvazione della legge per il governo del territorio e prevedere in questa il vincolo di inedificabilità assoluta della costa e la previsione di un limite al consumo di suolo nei piani intercomunali. Inoltre, la sicurezza del territorio attraverso una meticolosa cura e manutenzione dei nostri corsi d’acqua, dove il contratto di fiume diventa il nuovo metodo di lavorare e vivere il territorio e in cui istituzioni, cittadini e forze sociali collaborano e condividono gli interventi per la gestione del fiume, è l’unica via d’uscita possibile ed è per questo che chiediamo alla Regione di procedere con la predisposizione di un testo di legge che ne governi e regolamenti la pratica. Infine, se la MacroRegione è l’obiettivo che vogliamo raggiungere nei prossimi anni, non possiamo che ripartire dall’istituzione dell’Area Marina Protetta del Conero e dalla qualità delle acque e della salute del mare che presuppongono un sistema di depurazione adeguato. Queste sono le prospettive e le caratteristiche di una Regione che vuole guardare avanti con coraggio e lungimiranza e che dà speranza al proprio territorio”.


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