ASCOLI PICENO – Andy Warhol assicurava a tutti quindici minuti di celebrità. Per i politici questo tempo si dilata prepotentemente. Merito (o colpa) dei talk show, genere a basso costo per una tv in crisi economica e di conseguenza spalmato sull’intero palinsesto delle reti generaliste.

Ma per mettere in piedi il chiacchiericcio occorrono gli attori, che rischiano di essere sempre gli stessi. Azzerata la divisione tra berlusconiani ed antiberlusconiani, il nuovo schema vede da una parte i renziani (prima o ultim’ora poco importa) e dall’altra la fronda dei dissidenti del Pd, capitanata da Civati e Fassina.

A destra, eccetto Salvini (che ce l’ha duro h24 a reti unificate) e Flavio Tosi (rigorosamente collegato dalla sua Verona come a voler distinguere chi lavora da chi cazzeggia), non spicca nessuno. D’altronde, con il patto del Nazareno più saldo che mai, è assai complesso riproporre lo scontro durato vent’anni.

Renzi, ex sindaco ‘rottamatore’ divenuto rapidamente Presidente del Consiglio, viene così contrastato da altri primi cittadini, in una sorta di legge del contrappasso dantesca.
Nasce qui la favola di Guido Castelli, maratoneta televisivo dal tono suadente e dal self-control zemaniano. Le mete preferite sono La7 e Raitre (una volta covo di comunisti), dove il numero uno ascolano appare ad ogni ora del giorno e della notte.

Meglio della Madonna di Lourdes. Dal 4 novembre ad oggi si contano ben cinque ospitate, quasi tutte racchiuse tra le otto e mezzogiorno. Si parte dal mazzo di carte del baro consegnato al premier per contestare il taglio a danno degli enti locali. La trovata finisce sui tg nazionali e sulla copertina di “Di Martedì”, prima del monologo di Maurizio Crozza.

Si prosegue poi con “Agorà” il 7, salotto di Gerardo Greco, nel quale torna il 18. Nel mezzo le performance a raffica a “L’Aria che tira” di Myrta Merlino il 13 e a “Coffèe Break” il giorno seguente, invitato da Tiziana Panella.

Ottobre non era stato da meno, con la capatina ad “Omnibus” il 9, il collegamento con “SkyTg24 Economia” l’11 ed ancora “Coffèe Break” il 23.

Un’ascesa figlia delle disgrazie altrui. Fino alla vigilia delle amministrative dello scorso giugno, il faccione maggiormente speso dal Pdl era infatti quello di Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia con l’espressione da catechista e la voce di Del Piero. Il tracollo elettorale ha tuttavia fatto migrare ‘berluscolandia’ altrove, spostando il radar ad Ascoli e Perugia. E se Andrea Romizi non buca il video, causa eccessiva timidezza, ecco in soccorso il buon Guido, che lavora per l’intera causa. O forse solo per la sua.


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