ASCOLI PICENO – Gli Ultras 1898 dell’Ascoli Picchio si uniscono al cordoglio dell’intera tifoseria bianconera per la scomparsa di Alberto Durastanti, il tifoso caduto da un muretto mentre stava andando alla partita. Tramite una nota lanciano anche una stoccata.  “Ci chiediamo quale sia il senso di bloccare mezza città e impedire a un tifoso di 61 anni di poter entrare allo stadio: il Del Duca è trasformato in una Guantánamo costantemente, anche in assenza di tifosi ospiti, come accaduto per l’incontro Ascoli-Santarcangelo. Ce lo chiediamo sempre e non abbiamo mai trovato risposta, soprattutto alla luce di quest’assurda e inaccettabile tragedia che ha colpito la nostra tifoseria”.

Secondo la testimonianza di un tifoso all’Ansa, Alberto Durastanti non ha avuto il permesso dagli Stewart di passare davanti alla curva Nord nonostante non vi fossero tifosi avversari e invece di camminare due chilometri per accedere ad altri varchi aveva deciso di scavalcare un muretto per accorciare il tragitto. “Una scelta che purtroppo gli è costata la vita”. Quindi per i tifosi ascolani questa poteva essere una tragedia evitabile.

Il questore di Ascoli, Giuseppe Fiore, ha replicato alle insinuazioni degli ultras. “Non c’è nessuna Guantanamo allo stadio Del Duca, come qualcuno sostiene evidentemente senza dare peso alle parole che pronuncia. E lo dico nonostante l’enorme dispiacere per la morte di una persona. Da tempo la circonvallazione è aperta al transito veicolare e i bar possono tenere alzate le saracinesche, specie quando ci sono pochi tifosi della squadra ospite, come nel caso della partita del 13 dicembre. Da anni, e lo sanno ormai tutti, l’accesso allo stadio dei tifosi ascolani avviene esclusivamente attraverso via delle Zeppelle, venendo dal centro città, oppure da viale Costantino Rozzi e non dalla circonvallazione provenendo dal quartiere di Monticelli. E’ l’unica diposizione che riguarda i tifosi dell’Ascoli. E’ vero che non c’erano sostenitori della squadra ospite, tanto che, proprio per questo, il personale preposto ha consentito l’accesso a diverse persone anche nella zona interdetta. Di questa persona vittima del tragico incidente non c’è traccia”.

Condivide le parole del questore anche il capo di gabinetto Guido Riconi: “Non essendoci tifosi ospiti, abbiamo consentito ad almeno quattro persone il transito nella zona normalmente interdetta. Della persona che poi è caduta dal ponticello, non abbiamo nessuna traccia”.

La Procura di Ascoli attende la relazione ufficiale della Questura. Per adesso la morte di Albero Durastanti è considerata come una tragica fatalità.


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