ANCONA – Si alza la temperatura all’interno del Partito Democratico marchigiano in vista delle elezioni regionali. Se l’attuale presidente Gian Mario Spacca ha annunciato la candidatura del suo soggetto politico Marche 2020, che di fatto ripropone Spacca per la terza volta candidato a Palazzo Raffaello, nel partito di maggioranza relativa all’Assemblea Regionale marchigiana vi sono forti contrapposizioni circa il metodo per arrivare ad una candidatura condivisa. E – probabilmente – avversativa allo stesso Spacca.

”Le consultazioni così come sono state presentate dal segretario del partito Comi prima, e dal presidente dell’assemblea Stracci poi, non sono mai state concordate con queste modalità dalla segreteria regionale. Nel panorama politico nazionale non esistono consultazioni con seggi per le votazioni ma queste, in quanto tali, sono delle modalità di confronto fatte proprio per evitare che si arrivi ad un voto”: questo il tono di una nota firmata dal vice segretario Pd Luca Ceriscioli e Valerio Lucciarini, sindaco di Offida e membro della segreteria regionale, a proposito delle consultazioni aperte le Pd per la scelta del candidato presidente della Regione e del vice di cui abbiamo qui riferito.

”Le consultazioni – continuano – che in questo caso sarebbero un avvenimento nelle sue modalità senza precedenti, perdono la loro essenza. Una scelta che si voglia definire unitaria, infatti, non può nascere dal caso o nel segreto di un’urna”. Per Ceriscioli e Lucciarini ”è stato trasformato il faccia a faccia delle consultazioni, che mette ognuno di fronte alla propria scelta con un nome e cognome, in un’anonima scritta su una scheda. Un grande partito come il Pd ha il dovere di assumersi la responsabilità di scegliere. Un gruppo dirigente responsabile e credibile non può essere frutto di un caos primordiale”. ”Infine, ci domandiamo a cosa serva essere presenti in segreteria regionale se ogni volta che si concorda qualcosa viene arbitrariamente modificato”


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