ASCOLI PICENO – La Fondazione Archè Onlus, sede di San Benedetto del Tronto, ha presentato il progetto “Ujana. Educare alla salute in adolescenza” e, con il sostegno della Fondazione Carisap, svolgerà attività di supporto del disagio giovanile.

Dal 1991 la Fondazione Archè Onlus si occupa di bambini e famiglie con problemi di disagio psichico e sociale operando sul territorio in collaborazione con i Servizi e le Istituzioni che si occupano del sociale.

Ujana, termine della lingua dell’Unione Africana che significa adolescenza, è il motivo per il quale è nata l’idea del progetto dedicando una serie di attività agli adolescenti non solo italiani ma anche africani, coinvolgendo i bambini delle scuole primarie in Kenya e gli studenti delle scuole secondarie di primo grado in Italia.

Relatrice della conferenza, la referente di Archè San Benedetto del Tronto Ilaria Quondamatteo, ha spiegato che: “Il progetto Ujana è partito nelle scuole lo scorso 16 gennaio e coinvolge 208 adolescenti di tre scuole secondarie di primo grado: Sacconi – Manzoni (che fanno parte dell’Istituto Scolastico Comprensivo Nord) e l’Istituto paritario S.Giovanni Battista. Durante gli incontri, i ragazzi riflettono su loro stessi e sono sempre collaborativi e curiosi”.

L’iniziativa coinvolge i ragazzi in attività di giochi di ruolo e dibattiti affrontando temi diversi nell’arco dei 3 anni di durata del progetto. Gli argomenti ruotano attorno all’insegnamento della conoscenza di sè e del rapporto con gli altri per capire quanto sia importante essere se stessi soprattutto in gruppo, dove si tende a seguire una persona eletta a leader. I ragazzi avranno l’opportunità di registrare una puntata alla web radio “frequenzeaimpulsi.org” promuovendo il dialogo tra loro e la consapevolezza delle proprie risorse.

Padre Giuseppe Bettoni, fondatore di Archè: “ L’obiettivo principale del progetto Ujana è quello di individuare preventivamente ogni forma di disagio nella delicata età dell’adolescenza. Riteniamo quindi che coltivare un percorso di confronto e conoscenza di sé all’interno della scuola,unitamente al lavoro in rete con gli altri attori sociali, sia fondamentale. Si previene il disagio e si crea anche coesione nella comunità”.


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