ASCOLI PICENO –  Nonostante tutto, il sistema universitario regge. Il Cup ha presentato i dati relativi ad un’analisi sull’intero sistema universitario piceno.

Il pro-rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori ha parlato della condizione attuale dell’offerta universitaria del piceno distunguendo due variabili: i corsi universitari, che comprendono i Master e i corsi di laurea.

” C’è un numero di corsi che è rimasto costante  e anche il numero dei docenti è rimasto stabile, anche se sta diminuendo il numero degli iscritti ai corsi di laurea e anche i nuovi immatricolati sono in calo” aggiunge Gregori, “ma nonostante tutto il sistema universitario piceno regge”. Nello specifico, gli studenti residenti fuori provincia sono pari a 1238 che spendono tra 5 e 6mila euro l’anno per risorse attratte nel territorio tra i 6 e gli 8 milioni di euro annui.

Secondo le aziende del territorio, c’è un’offerta formativa adeguata sul territorio anche se l’ampliamento è tutto di guadagnato e l’ampliamento è necessario. Sempre secondo i risultati dell’analisi effettuata, emerge che c’è piu’ bisogno di alternanza scuola-lavoro e bisogna far avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro fin dai primi anni di università.

Grazie al nuovo laboratorio di prototipazione inaugurato qualche settimana fa fattore di attrazione sia per gli studenti che per le aziende.

“L’azione del CUP è lavorare sui master e sui servizi di contorno, ma il territorio non sta aiutando ciò che sta accadendo. Il territorio è in sofferenza e alcuni hanno ritirato il loro contributo al sistema universitario. Ci sono tante possibilità di rilancio ma anche tante occasioni perdute. La Fondazione Carisap ha completamente abbandonato l’università picena. Non mi capacito di questo, ma questa è una strategia perdente.” prosegue Gregori.

Achille Buonfigli, presidente del Cup sottolinea come “questa preoccupazione è anche la mia. Bisogna adattarsi alla mutazione altrimenti c’è l’estinzione. E’ inaccettabile che la Fondazione non investa nell’Università. Bisogna dare sedi adatte anche agli studenti stranieri”.


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