ASCOLI PICENO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato, giunto in redazione, da parte della Cgil Ascoli Piceno:

“I dati comunicati dall’INPS ed elaborati dall’Ires Marche inerenti l’utilizzo dei vaucher nel 2014 ci mostrano una situazione quanto meno preoccupante, che caratterizzerà un profondo peggioramento del mercato del lavoro di tutta la Regione e ancora di più della nostra provincia.

Tra il 2013 e il 2014 si evidenzia un aumento a livello regionale dell’87% dei voucher venduti, passando da 1.651.129  a 3.105.712. “Tutto questo non è certo avvenuto per caso – dichiara Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche –  ma perché il campo di applicazione del lavoro accessorio è stato progressivamente  esteso con 12 interventi regolativi in 11 anni di vita dello strumento. Ormai sono utilizzati in quasi ogni settore, dal turismo all’agricoltura stagionale, dalle aziende familiari a tutte le imprese con fini di lucro e perfino nelle amministrazioni pubbliche”.

Nella Provincia di Ascoli Piceno l’aumento invece arriva addirittura al 103%. “Una situazione che rischia di modificare irrimediabilmente il mercato del lavoro.” – commenta Paola Giovannozzi, Segretario Generale della Cgil Ascoli Piceno- “I vaucher sono la peggiore forma di precarietà esistente, perché sono utilizzabili addirittura senza nessuna forma contrattuale. Il nostro mercato del lavoro non ha bisogno di lavoro somministrato in pillole, ma di lavoro sicuro e garantito, che rimetta in moto i consumi, e quindi apra la strada allo sviluppo di tutto il territorio.”

Continua Daniele Lanni, del Nidil-Cgil di Ascoli Piceno, categoria della Cgil che si occupa del lavoro atipico: “Il problema reale è che questo aumento del 103% si è verificato ancora prima che del Jobs Act, che prevede, tra le altre misure, una liberalizzazione ed estensione dell’utilizzo dei una vaucher. Altro che combattere la precarietà, il governo Renzi con questa misura crea precarietà, della peggior forma, dato che l’utilizzo dei vaucher permette di superare l’utilizzo dei contratti, senza dare alcun tipo di tutela ai lavoratori. Nella zona costiera, dove il lavoro stagionale rappresenta una fetta importante del mercato del lavoro, il rischio è che sia lecito utilizzare i vaucher per tutta la stagione, lasciando una numero significativo di lavoratori senza contratti, senza tutele, e alla fine del periodo lavorativo senza alcun tipo di ammortizzatori.”

Conclude Paola Giovannozzi: “Quello che temiamo è un ulteriore aumento dell’utilizzo di questa forma di lavoro precario nel 2015. Riteniamo che il nostro territorio necessiti di lavoro garantito, non di ulteriore, continua e sempre peggiore precarizzazione delle forme di lavoro.”


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