ASCOLI PICENO – Il Ventidio Basso di Ascoli Piceno ha proposto un nuovo accattivante spettacolo di teatro contemporaneo “La contessina Julie” del regista ascolano Alessandro Marinelli.

Il dramma scritto da August Strindberg, è stato letto da Alessandro e portato sul palco utilizzando una chiave interpretativa contemporanea, trasfigurato in una piece di una odierna vita quotidiana. Strindberg analizzò l’interazione tra le diverse classi sociali e il rapporto uomo-donna nel contesto sociale della Svezia di fine Ottocento. La cucina, ambiente popolano per antonomasia, diventa il luogo di scontro tra una aristocrazia ormai decadente e una classe sociale medio-bassa, tra dignità femminile e desideri passionali che superano concezioni ancestrali di appartenenza sociale, ma che la mente plasmata non permette di assoggettarvi.
Il regista ascolano rilegge questa tragedia ponendo gli attori in una cucina moderna, creando dinamiche che riprendono i concetti di Strindberg.

Alessandro, perché “La contessina Julie”?
“ Non lo so, quando mi fanno questa domanda, la mia risposta è sempre bo? Nel senso che, potrei creare grandi discorsi sui massimi sistemi, ma in realtà è molto più semplice: incontri un testo, è più questo testo che ti chiama e non tu che lo scegli. Ho sempre la sensazione quando ce l’ho tra le mani, che questo testo in qualche modo mi sta dicendo qualcosa. Di questo ne sono consapevole sin dall’inizio, sento che mi chiama, è come dire “è nelle mie corde”. Leggo un testo, c’è qualcosa che mi interessa, ci voglio lavorare con i miei attori.”

Ci sono testi spiega Alessandro, che pur essendo capolavori esauriscono il fascino di essere reinventati, ma questo non si può dire per Strindberg.
“E’ uno spettacolo molto difficile, non abbiamo fatto sconti per il pubblico è uno spettacolo piuttosto solido, greve, richiede molta attenzione, però volevamo fare Strindberg. Le atmosfere nordiche, glaciali di questo autore volevamo che finissero su questo palcoscenico. Quindi perché questo testo? Perché questo testo mi piaceva molto. L’abbiamo riletto a nostro modo.”

La trama è ambientata alla fine dell’Ottocento in cui la protagonista, una giovane nobile donna, la contessina Julie, perde l’onore concedendosi ad un servo e che, devastata dai rimorsi, sceglie il suicidio come unica soluzione per riscattarsi.
“Allora noi ci siamo chiesti, appunto la domanda che ci facciamo spesso, cosa potrebbe essere l’equivalente oggi? Perché è proprio questo che ci interessa. Essendo questo un testo che ha dato il la in tutte le arti a quello che è stato definito il “naturalismo”, abbiamo cercato di capire il naturalismo e riprodurlo: gli attori mangiano in scena, c’è l’acqua corrente, il tempo è quello del tempo quotidiano, quasi aristotelico. Però dobbiamo capire cosa può portare una giovane donna oggi a fare quel percorso che ha fatto Julie.”

Basandosi sulle indicazioni dello stesso Strindberg, che nella prefazione suggerisce agli attori di interpretare liberamente il testo, Marinelli spiega: “A questo punto interviene la riscrittura. Il testo è fortemente legato all’originale, ma abbiamo scritto un monologo, l’unico cambiamento davvero evidente e riscrivendo questo monologo abbiamo cercato di delineare la psicologia della protagonista in maniera tale che reggesse tutto il percorso che avevamo fatto”.

Il regista Alessandro Marinelli si è formato con grandissimi nomi del teatro italiano come Giorgio Rossi, Emma Dante, Bogdanov, Armando Punzo, Antonio Viganò, Danio Manfredini, Basiliev.
Insieme ad un gruppo di persone con esperienze teatrali, forma il Teatro C.A.S.T. con il quale intraprende un percorso che porta alla creazione di una poetica comune in cui i lavori partono dall’analisi di un testo classico per poi essere contaminato con una sensibilità contemporanea: “Andiamo alla ricerca quasi antropologica del contenuto del testo per poi farlo esplodere per ricondurlo in maniera più viva alla nostra sensibilità arrivando a comporre testi anche molto estremi”.
“La contessina Julie” di August Strindberg: regia di Alessandro Marinelli, aiuto regia Valter Finocchi, luci e scene Pietro Cardarelli, con Elisa Maestri, Gabriele Franchi, Rossana Candellori.


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