ASCOLI PICENO – Il territorio Piceno “bello” ma soprattutto “buono”. E non è solo un giudizio estetico con una qualche punta di sciovinismo. Si tratta, infatti, dei risultati di uno studio dell’Università Politecnica delle Marche, svolto per l’Osservatorio Cna regionale sulle piccole e medie imprese con meno di 20 addetti.

Dati che, in estrema sintesi, ci dicono che nella nostra provincia – nel 2014 – il settore alimentare ha esportato prodotti per 30,2 milioni di Euro, con un incremento del 4,4 per cento rispetto all’anno precedente. “Oltre all’importantissimo dato commerciale relativo alle esportazioni – spiega Francesco Balloni – direttore della Cna di Ascoli – nell’analisi del nostro Centro studi e dell’Università emerge un’altra situazione importantissima e che segna la strada per il futuro del nostro territorio. Ovvero la crescita consistente delle aziende del settore agroalimentare che producono tipicità ed eccellenze”.

Nel Piceno, infatti, le piccole e medie imprese del settore rappresentano oltre un quarto di tutte quelle iscritte in Camera di Commercio. Inoltre, fra queste, ve ne sono ben 472, più del 15 per cento del totale, che operano sul mercato fregiandosi del marchio IGP. Questa la ripartizione, per categorie, di alcune delle nostre eccellenze: 158 aziende nel settore ristorazione; 192 dolci, pane e gelati; 49 pasta; 27 produzione carne e derivati; 19 frutta, ortaggi e pesce; 3 formaggi e latticini. Tornando all’export, sempre in chiave provinciale, il Piceno esporta meno delle province di Ancona e Pesaro ma più di Fermo e Macerata.

“Nell’anno dell’Expo – conclude Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – questi dati ci confortano e rendono ancora più incisive le azioni programmate dalla Cna per far sì che l’evento milanese sia anche una buona vetrina per i nostri prodotti. Dal 29 maggio saremo infatti presenti al Padiglione Italia dell’Expo nello spazio riservato a ognuna delle regioni italiane. Mentre siamo già attivi al Centro agroalimentare di San Benedetto del Tronto, dove è stata istituita una vera e propria dependance territoriale dei prodotti del nostro settore agroalimentare”.


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