ASCOLI PICENO – Una mano tesa per raccogliere frutti di Dio caduti acerbi dall’albero della vita e, a terra, rimasti in balia di lepidotteri che ne hanno intaccato la superficie rendendoli sgradevoli alla vista, ma il cuore è sano e il frutto, raccolto e ripulito dalle impurità, sprigiona tutto il suo sapore…
Donne ai margini della società con un passato di prostituzione trovano nelle mani benevole delle Suore Oblate del Santissimo Redentore l’accoglienza e la protezione per ripulirsi da una condotta di vita priva di dignità alla mercè di uomini abbietti che per reprimere la consapevolezza della nullità del loro essere vivono nell’illusione di affermare il dominio maschile usando il corpo femminile.

Si chiama “Laboratorio di frontiera” l’iniziativa realizzata dalla Casa Procura dell’Istituto delle Suore Oblate del Santissimo Redentore di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto e da un gruppo di donne che operano nel sociale con il sostegno della Fondazione Carisap di Ascoli Piceno che si propone di accogliere quante più donne possibile per toglierle dalla vita di strada e dare loro un posto accogliente, una formazione e un lavoro per poi essere inserite nella comunità ritrovando dignità e amore per se stesse.
Associazioni di volontariato di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto danno assistenza e creano la rete necessaria a far concretizzare questo progetto: Ambito Sociale Territoriale XXII, Comune di Ascoli Piceno, Ambito Sociale Territoriale XXI, Comune di San Benedetto del Tronto, ASUR Marche Area Vasta n. 5, Unità di Ricerca di Monsampolo del Tronto, SIX Srl di Monsampolo del Tronto, Confartigianato Ascoli Piceno, Associazione On The Road di Martinsicuro, Cooperativa Sociale Ama Aquilone di Ascoli Piceno, Caritas Diocesana di Ascoli Piceno, Caritas Diocesana di San Benedetto del Tronto, Cooperativa sociale Lella 2001 Onlus, Associazione Ascoli EquoSolidale, Associazione Gasper Gruppo di acquisto solidale, Superfac Onlus di Pagliare del Tronto, Centro Famiglia di San Benedetto del Tronto, Solidarietà e Servizio ONG di Viterbo, Suore Ospedaliere Villa San Giuseppe di Ascoli Piceno, Centro Informazione Assistenza Famiglia SILOE di Ascoli Piceno, Parrocchia SS Pietro e Paolo di Ascoli Piceno, Parrocchia San Giovanni Evangelista di Ascoli Piceno, Comunità Parrocchiale San Marcello Papa di Ascoli Piceno, Parrocchia SS Simone e Giuda Apostoli di Ascoli Piceno, Parrocchia San Giuseppe di San Benedetto del Tronto.

Presente all’incontro il vice sindaco Donatella Ferretti, attiva in numerose iniziative a tutela del Terzo Settore,Suor Ciaro, portavoce delle Suore Oblate, e Gianluca Corradetti. Questi ultimi hanno raccontato il percorso effettuato per giungere a presentare alla Fondazione Carisap di Ascoli Piceno questo progetto per ridare voce a donne che, scampate dalla povertà dei loro luoghi natii, sono rimaste vittime della miseria di uomini che si ritengono civilizzati rispetto a loro.
“ La crisi economica di questo periodo – spiega Suor Ciaro – ha fatto diminuire le piccole attività che solitamente ci aiutavano a dare un lavoro a queste ragazze. Allora abbiamo fatto nostre le parole del nostro fondatore Padre Serra: “se tutte le porte sono chiuse, ne aprirò una io”. E così abbiamo fatto”.
Gianluca Corradetti, illustrando nel dettaglio il lavoro svolto, specifica che il progetto prevede tre ambiti diversi entro i quali vengono impiegate le ragazze. Nel “laboratorio di…Terra” sono stati costituiti diversi orti e colture tramite le quali le donne ospiti traggono i loro guadagni raccogliendo e vendendo i prodotti agricoli nei vari mercati ortofrutticoli; il “laboratorio di…Lavanda” nasce dal desiderio di Suor Ciaro di portare in questa zona il profumo della lavanda a lei tanto caro. Dopo aver visto la lavorazione in Friuli, a Udine, ha deciso di impiantare anche in questo territorio una vasta quantità di lavanda dalla quale ricavare prodotti di bellezza da vendere nei mercatini artigianali; il “laboratorio di…Tessuti” ha lo scopo, oltre a quello legato alla commercializzazione dei manufatti, di dare una formazione etica attraverso la presa di coscienza delle proprie capacità. Tutte queste attività daranno a queste donne la consapevolezza del loro valore e una formazione lavorativa, oltrepassando la frontiera dell’emarginazione.


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