ASCOLI PICENO – A seguito del trafugamento avvenuto qualche giorno fa da parte di ignoti di ben 17 opere dal museo di Castelvecchio, il Sindaco di Ascoli, di concerto con il direttore dei Musei Civici Stefano Papetti, ha deciso di prestare al capoluogo veneto un’opera contenuta nella Pinacoteca civica ascolana come segno di vicinanza e sostegno tra due città dotate di un grande patrimonio artistico.

“La notizia del trafugamento di diciassette capolavori dal Museo di Castelvecchio – scrive il Primo Cittadino Guido Castelli nella lettera indirizzata al sindaco di Verona Flavio Tosi – ha suscitato vivo sgomento nell’opinione pubblica della nostra città, da sempre attenta alla tutela e alla salvaguardia del proprio patrimonio artistico. Le modalità con le quali si è svolta l’azione, che conosciamo attraverso i canali televisivi, suscitano viva preoccupazione riguardo ai nuovi sistemi dei quali si servono gli specialisti nel campo del trafugamento delle opere d’arte e mettono tutti le amministrazioni proprietarie di musei e di sedi espositive in allarme.

Consapevole che il trafugamento di opere tanto significative possa rappresentare una penalizzazione per l’attrazione che il Museo di Castelvecchio esercita sul turismo culturale, in accordo che il responsabile delle collezioni comunali prof. Stefano Papetti, le comunico la disponibilità della città di Ascoli Piceno ad offrire in deposito temporaneo per un periodo di sei mesi un’opera delle collezioni comunali per colmare temporaneamente la lacuna determinata dal furto. Il prof. Papetti ha reputato che possa essere temporaneamente trasferita a Verona la tavola del pittore austriaco Pietro Alamanno raffigurante Santa Lucia.

La scelta – aggiunge il Sindaco – è determinata dalla circostanza che il Museo di Verona conservi un dipinto del pittore veneto Carlo Crivelli che, trasferitosi nelle Marche nel 1468, ebbe contatti con l’Alamanno, che è considerato uno dei crivelleschi di più stretta osservanza. Pertanto l’opportunità di vedere vicine le opere dei due artisti consentirebbe di effettuare un utile ricognizione sul Rinascimento adriatico, un fenomeno che è stato segnalato da Federico Zeri e di Pietro Zampetti come uno dei più interessanti aspetti della civiltà italiana del XV secolo.

Sperando – conclude – che questo gesto possa contribuire a risarcire, sia pure parzialmente, il Museo della grave perdita, che mi auguro momentanea, la saluto con viva cordialità”.


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